"Oggi siamo tutti francesi" ha senso solo se prima si è detto/scritto/diffuso il "siamo tutti siriani"
Pubblichiamo due riflessioni sui tragici fatti di Charlie Hebdo pubblicate su Facebook da parte di Diego Angelo Bertozzi, collaboratore del nostro sito, che ci sentiamo di condividere e diffondere.
di Diego Angelo Bertozzi
L'esecrabile e ignobile attacco terroristico di oggi a Parigi rende ancora più evidente la natura criminale delle aggressioni alla Libia e alla Siria a sostegno proprio delle peggiori formazioni dell'estremismo di matrice islamica. Non ci troviamo di fronte a nulla che possa minimamente definirsi come uno "scontro di civiltà", all'ennesimo episodio della lotta tra il "bene" (noi) e il "male" (gli altri). Assolutamente no! Quanto accaduto oggi - e quanto accade quotidianamente in Libia, in Siria o nello Xinjiang cinese - è la logica conseguenza di una prassi imperialista che per raggiungere i suoi obiettivi non si preoccupa di utilizzare e sostenere l'estremismo islamico, così come lo squadrismo nazistoide (Ucraina).
"Oggi siamo tutti francesi" ha senso solo se prima si è detto/scritto/diffuso il "siamo tutti siriani", quando a Damasco esplodevano continuamente autobombe, o il "siamo tutti cinesi" quando nel maggio scorso a Urumqi un attentato ha causato la morte di 31 persone. Per non parlare del "siamo tutti russi", quando nel dicembre del 2013 una kamikaze si è fatta saltare in aria nella stazione di Volgograd.
Stesso sangue, sempre innocente. Eppure non accade, perché ad imperare è ancora la "doppia morale" di un retaggio coloniale che non passa, anzi sembra rafforzarsi proprio nel pieno dispiegarsi di un progetto neocoloniale.
Stesso sangue, sempre innocente. Eppure non accade, perché ad imperare è ancora la "doppia morale" di un retaggio coloniale che non passa, anzi sembra rafforzarsi proprio nel pieno dispiegarsi di un progetto neocoloniale.
Per me è molto semplice: quel "siamo tutti francesi" in bocca a molti è un insulto, alle vittime francesi, come a tutte quelle di atti di indescrivibile barbarie. E' un insulto l'ennesimo editoriale di Ezio Mauro con il suo elenco di obiettivi del terrorismo che si limita sempre e solo all'Occidente, come se altrove, fuori dai confini sacri degli uomini più uomini di altri, i "barbari" potessero agire con qualche giustificazione.