L'ultimatum dei creditori alla Grecia è stata una mossa per sostituire il governo greco.Paul Krugman
Il 5 luglio i greci devono decidere, attraverso un referendum nazionale, se accettare o meno le condizioni dei creditori europei a proseguire i programmi di salvataggio. "Voterei 'no'", dice il Premio Nobel per l'Economia nel 2008, Paul Krugman.
La 'Grexit' è ora più vicina che mai a diventare una realtà, ma questa possibilità potrebbe avere i suoi aspetti positivi, dice Krugman nella sua rubrica per il New York Times. Il premio nobel fornisce due motivi principali.
"La prospettiva di lasciare l'euro fa paura a tutti, ma la Troika continua a chiedere il prolungamenteo a tempo indeterminato della politica di questi ultimi cinque anni. Dove è la speranza in tutto questo?" Secondo l'economista, desiderare di lasciare la zona euro potrebbe ispirare "un ripensamento". In ogni caso, la svalutazione non creerebbe più caos che c'è ora e " spianerebbe la strada ad una eventuale ripresa, come è accaduto in molti altri tempi e luoghi", prosegue Krugman.
Il secondo motivo è politico. "Le implicazioni politiche di una vittoria dei "sì" nel referendum sarebbero molto preoccupanti. La troika [...] ha fatto a Tsipras presumibilmente consapevolmente una proposta inaccettabile . Quindi, in realtà l'ultimatum è stata una mossa per sostituire il governo greco ", conclude il premio nobel.