Dalla proposta della Svizzera, il NYT si schiera per il reddito minimo garantito

Dalla proposta della Svizzera, il NYT si schiera per il reddito minimo garantito

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Prendendo come spunto le iniziative di un gruppo di attivisti in Svizzera, Annie Lowrey del New York Times affronta la questione di un reddito minimo garantito che ogni paese dovrebbe garantire alla propria popolazione. Quest'inverno, un camion ha gettato otto milioni di monetine fuori il Parlamento di Berna, uno per ogni cittadino svizzero e si è trattato di una pubblicità molto efficace per gli attivisti pro-reddito, che sono poi riusciti a raccogliere oltre 125 firme per indire un referendum sulla questione. La povertà scomparirebbe, spiega l'artista Enno Schmidt, uno dei leader della proposta, alla giornalista del NYT. Schmidt sottolinea anche come un reddito minimo garantito darebbe dignità agli strati più poveri della popolazione e sarebbe fondamentale soprattutto nelle zone europee dove il tasso di disoccupazione è più alto. 
 
Nella metà degli anni '70, nella città canadese di Dauphin - the “garden capital of Manitoba” - è stato portato a compimento il maggiore esperimento di politica sociale in tal senso chiamato “Mincome.” Per un periodo di tempo, tutti i residenti della città hanno ricevuto un reddito minimo garantito e circa 1000 famiglie povere hanno raggiunto assegni mensili integrativi. Evelyn Forget, economista alla University of Manitoba, è una delle ricercatrici che ha studiato meglio l'esperimento e sottolinea a Lowrey come alcuni risultati siano più ovvi, ad esempio "la povertà è scomparsa", altri lo siano meno, vale a dire è cresciuto il livello di persone che si sono diplomate ed il tasso di ospedalizzazione è diminuito. “Se hai porogrammi sociali come questi, i valori della comunità iniziano a cambiare", ha spiegato Forget.
 
Ci sono anche diversi argomenti contrari al reddito minimo garantito, evidenziati dagli economisti conservatori. Tra questi, in particolare, i costi ed il discentivo al lavoro. Ma molti esperti sottolineano come l'effetto sarebbe minore di quanto si possa immaginare: un reddito minimo, spiega l'economista canadese Wayne Simpson, ti permette di vivere fuori dalla povertà, ma non di vivere bene. L'esperienza del Mincome rivela come un programma sociale di questo tipo servirebbe ad abbattere la povertà, "senza creare un paese di nullafacenti". Con decine di milioni dipersone che in Europa vivono il dramma sociale della disoccupazione ed anche per chi lavora la retribuzione molto spesso non garantisce una vita dignitosa, l'argomento di un reddito minimo garantito è tornato di attualità.  
 
Low Pay Is Not OK ha intercettato una telefonata di un dipendente di McDonald che ha contattato il numero verde di sostegno “McResource”. L'operatore ha spiegato a Salgado che poteva utilizzare sussidi alimentari ed assistenza di riscaldamento messa a disposizione direttamente dall'azienda. La compagnia per cui lavora, del resto, ha registrato profitti per 5.5 miliardi di dollari lo scorso anno ed ha messo in preventivo che molti dei suoi dipendenti – con paghe da 8,5 dollari l'ora – ne avrebbero avuto bisogno. Per quanto assurdo possa sembrare il reddito minimo per molti americani esiste già e McDonald lo sa. Se l'economia americana, conclude Lowrey, non è più in grado di migliorare la vita delle classi lavoratrici più povere, il paese deve fare in modo più armonioso quello che già avviene. E una notizia difficile da accettare, ma anche gli Stati Uniti hanno bisogno di un reddito minimo garantito a tutta la popolazione.

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