Cooperative radicali in Gran Bretagna

Cooperative radicali in Gran Bretagna

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di Milan Rai, da TeleSUR English

In seno all’organizzazione dell’attivismo occidentale ci sono forti tensioni tra valori diversi: consentire indipendenza e autonomia alle persone; includere tutti quelli che è possibile includere; trattare tutti in modo uguale e al tempo stesso fissare confini ed essere chiari sui principi radicali, su ciò che è accettabile.
 
In Gran Bretagna tali tensioni si stanno attualmente manifestando all’interno della rete Radical Routes [Percorsi Radicali] di cooperative radicali. Radical Routes è sorta negli anni ’80, quando un gruppo di attivisti non salariati hanno cercato di creare un’università alternativa a Birmingham e ha scoperto un modo per muoversi all’interno del quadro legale relativo all’uso delle indennità di disoccupazione per finanziare l’acquisto della casa che avrebbe offerto loro una base sicura. In Gran Bretagna i disoccupati possono ottenere sussidi per l’alloggio per pagare l’intero affitto, o una parte di esso; le regole sono cambiate nel corso degli anni, ma il principio rimane lo stesso.
 
Quello che è riuscita a fare la  Cooperativa Residenziale Nuova Educazione Srl è stato individuare una forma legale che le consentiva di raccogliere fondi mediante capitale ricevuto a prestito da sostenitori e un mutuo ipotecario dalla banca e poi ricavare reddito dai sussidi per l’alloggio dai propri inquilini disoccupati per rimborsare il mutuo. La particolarità era che la cooperativa era amministrata dai propri inquilini e nel loro interesse. Gli inquilini disoccupati che ricevevano i sussidi per l’alloggio (e pagavano l’affitto) erano anche gli amministratori della società (che rimborsava il mutuo e alla fine sarebbe diventata proprietaria degli immobili).
 
I fondatori di New Education avevano scoperto la sola struttura legale della società (una ‘cooperativa paritaria interamente mutua’) che avrebbe permesso che ciò si realizzasse. La struttura legale messa in atto da essi impedisce qualsiasi vantaggio finanziario personale di tutti i membri individuali della cooperativa nel corso della vita della stessa o quando essa sia sciolta (tutti i fondi residui devono andare a un’altra cooperativa o organizzazione con valori simili a quelli della cooperativa sciolta).
 
I soci della cooperativa avevano il vantaggio di avere un alloggio sicuro sotto il proprio controllo democratico ma non ricavavano alcun vantaggio finanziario in termini di dividendi o quota degli utili di capitale se la casa era vendita ricavandone un utile.
 
Altri attivisti disoccupati hanno cominciato ad applicare questo modello altrove e gli uffici legali di numerose amministrazioni comunali (che gestiscono il sistema dei sussidi per l’alloggio) hanno verificato e approvato il sistema. La rete informale di cooperative residenziali radicali nel 1988 è divenuta un’organizzazione formale chiama Radical Routes e si è registrata come cooperativa di secondo livello (una cooperativa di cooperative) nel 1992.
 
Determinazione dei confini
 
La nuova rete, che utilizzava un processo decisionale basato sull’unanimità, era decisa a fissare parametri elevati per i nuovi soci, per proteggere la propria identità radicale. Le cooperative associate dovevano versare ogni anno una modesta somma per i costi operativi fondamentali della rete, ma l’onere maggiore era in termini di tempo e impegno: la rete era amministrata da e per i propri membri su base volontaria (a parte un addetto qualificato alla finanza) e da ciascuna cooperativa socia ci si aspettavano due giorni mensili di lavoro per mantenere operativa Radical Routes (RR) (un giorno al mese nel caso di una piccola cooperativa). Il lavoro sarebbe stato svolto nell’ambito di uno dei gruppi di lavoro di RR o attraverso uno di essi (finanza, pubblicità, comunicazioni interne erano i tre principali); ciascun cooperativa doveva anche tenere un regolare evento di “Assunzione del Controllo” nella propria area per pubblicizzare le idee della cooperazione radicale.
 
Non c’erano soltanto responsabilità per le cooperative socie; i fondatori di RR decisero che ci sarebbero state due condizioni per i soci individuali di ogni cooperativa associata (le persone fisiche non possono essere socie di RR).
 
Ogni persona che aderiva a una cooperativa RR doveva impegnarsi a limitare i propri consumi personali a non più di due volte la quantità cui aveva titolo in base ai sussidi di disoccupazione (ciò faceva parte della missione di RR di “contrastare il consumismo”) e avrebbe anche dovuto impegnarsi a svolgere quindici ore settimanali di lavoro per il cambiamento sociale radicale. Tale quantità derivava dalle norme sui sussidi di disoccupazione che consentivano ai beneficiari di svolgere soltanto quindici ore di lavoro volontaria la settimana; nel caso di impegni superiori quella persona sarebbe stata penalizzata e i sussidi sarebbero stati ridotti.
 
Le tre attività che negli anni ’90 era detto alle persone che contavano decisamente come “lavoro di cambiamento sociale radicale” erano: agricoltura organica, istruzione domestica (è legale in Gran Bretagna che i genitori istruiscano i propri figli a casa) e propaganda politica radicale (compresa, ma non soltanto, l’ “azioni diretta”). L’agricoltura organica è oggi diventata di moda, ma ciò non significa che sia facile essere una cooperativa di operatori radicali che cerca di lavorare nell’industria alimentare organica.
 
Fase due
 
Entrambe queste regole riguardanti i soci individuali sono finite sotto attacco nel secondo decennio della vita di Radical Routes, aumentando d’intensità nel terzo decennio. Il limite ai consumi individuali (solitamente chiamato, erroneamente, ‘regola del reddito’) è scomparso alla fine nell’estate del 2014. La regola delle quindici ore, che prescriveva a tutti i soci/affittuari di RR di impegnarsi a due giorni di azione di cambiamento sociale radicale la settimana, sta tirando gli ultimi mentre scrivo. Una proposta di abolire la regola è stata formulata all’assemblea dell’agosto 2014 ed efficacemente risottoposta nell’assemblea di novembre 2014.
 
Nell’assemblea di novembre 2014 a Brighton sono una cooperativa associata si è opposta alla proposta e ha difeso in linea di principio la regola delle 15 ore. [Per trasparenza: io sono socio di quel gruppo, la Cooperativa Residenziale di Walden Pond]. In base al processo decisionale dell’”unanimità meno uno” utilizzato da Radical Routes , l’opposizione di un solo membro avrebbe dovuto consentire che la proposta fosse approvata e la regola delle 15 ore fosse abolita. Tuttavia c’è stato un certo numero di cooperative che avevano delle riserve sull’esatta formulazione della nuova politica proposta e la cooperativa proponente ha deciso di non insistere per l’abolizione per il momento.
 
Com’è che tali politiche fondamentali, concordate in occasione della fondazione della rete e che ogni nuovo socio ha dovuto firmare all’atto dell’adesione, sono state o abolite (la regola sui consumi) o sono sull’orlo dell’abolizione, con un suolo membro su trenta cooperative a difenderle?
 
Cicli
 
E’ possibile che ciò faccia parte del ciclo vitale di questo tipo di organizzazione attivista. Forse è il caso che un altro fattore sia il ciclo di vita delle stesse piccole cooperative residenziali radicali. Spesso le cooperative aderiscono a Radical Routes in uno scoppio d’entusiasmo e di energia. Si gettano del lavoro di RR, contribuendo a cambiare il modo in cui si fanno le cose, o semplicemente fanno il loro, contemporaneamente comprando una casa per sé, con l’aiuto della consulenza e dei finanziamenti di RR (Radical Routes non ha mai subito insolvenze, anche se finanzia prevalentemente gruppi di disoccupati).
 
Poi i soci della cooperativa trovano lavoro, hanno figli, sono coinvolti in vari modi nelle loro comunità locali e hanno meno tempo ed energia per RR. Si ritirano volontariamente dal ruolo di membri a pieno titolo per passare a quello di membri associati (sostenitori) oppure sono allontanati dall’organizzazione dopo non essersi presentati alle riunioni per più di un anno.
 
Poiché solo i soci titolari possono ricevere finanziamenti da RR, rinunciare a tale ruolo significa rimborsare tutti i prestiti di RR. Molto spesso questo è stato facile per le cooperative che hanno rimborsato il loro mutuo per più di dieci anni; sono state in grado di aumentare il loro mutuo bancario al fine di rimborsare il prestito di RR.
 
Per questi e altri motivi molto cooperative in attività negli anni ’90 non sono più socie della rete. Nel caso delle poche cooperative ancora attive dagli anni ’90 lo status di socio è stato spesso modificato completamente.
 
Chiunque, qualunque cosa
 
E’ cambiata anche la cultura dell’organizzazione. In parte è la conseguenza alla dedizione all’autonomia in RR, e più in generale nei circoli attivisti britannici. Un esempio di questo è la “visita dei nuovi gruppi”. Quando si sta formando un nuovo gruppo che vuole aderire a Radical Routes esso è incoraggiato a inviare rappresentanti alla riunione trimestrale. E’ una clausola per l’adesione che i rappresentanti abbiano partecipato ad almeno due riunioni trimestrali consecutive prima di poter aderire (alla terza riunione consecutiva). Tuttavia si riconosce che questo piano di visite non coinvolge necessariamente ogni membro della cooperativa candidata e perciò RR invia una coppia di persone a visitare la cooperativa “a domicilio” e ad avere un incontro con tutti i membri, spiegando che cosa implica l’adesione a RR.
 
E’ nel corso di questa visita che Radical Routes ha l’occasione di dire direttamente a tutti i membri della cooperativa candidata, tra l’altro, che cosa ci si aspetta personalmente da loro in termini delle quindici ore di azione per il cambiamento sociale radicale.
 
Tuttavia il modo in cui sono organizzate le “visite dei nuovi gruppi” (e in effetti le riunioni introduttive per i “nuovi gruppi” alle riunioni trimestrali) spesso si tradotto nel fatto che è stato chiunque si sia offerto volontario che è uscito a rappresentare la rete e a condurre la visita (o riunione) nel modo che ha ritenuto più adatto. Ciò ha significato che il messaggio trasmesso non è stato normalizzato e il significato attribuito a certe parti importanti di RR, che la cooperativa di nuova adesione considera il “significato vero”, può essere stato variato perché è ciò che è stato trasmesso da un rappresentante della rete.
 
Tensioni
 
La dedizione all’autonomia va di pari passo con un impulso più autoritario a essere chiari riguardo ai confini. Perciò RR ha sempre richiesto alle cooperative candidate di partecipare a numerosi seminari nel corso delle proprie riunioni trimestrali, compresi quelli sul “processo decisionali unanime” e sull’”agevolazione” (delle riunioni).
 
Nel corso di gran parte della sua vita, tuttavia, RR non ha specificato efficacemente che cosa dovesse essere trasmesso alle nuove cooperative a proposito del processo decisionale unanime e dell’agevolazione. Il contenuto di questi seminari obbligatori è stato lasciato a chiunque si fosse offerto volontario per condurli, il che si è tradotto nel fatto che le istruzioni sul modo di arrivare a decisioni di gruppo o all’agevolazione delle riunioni sono potute variare da riunione a riunione, forse anche in modo contraddittorio.
 
All’interno di gran parte dell’organizzazione attivista contemporanea c’è una tensione incentrata esattamente su questi valori in competizione tra loro: autonomia e ideologia. Nella discussione sulla regola delle quindici ore un tema che è emerso con forza è stato una rivendicazione di autonomia da parte delle cooperative associate. Le cooperative che hanno aderito a RR impegnandosi a limitare i propri soci a persone disponibili ad accettare la regola dei consumi e dell’azione sociale radicale e che a volte hanno ottenuto finanziamenti da RR su tale base, hanno successivamente deciso di voler essere in grado di ammettere alla loro cooperativa chiunque volessero, pur restando associate a RR e senza dover rimborsare i propri debiti nei confronti di RR.
 
Radical Routes ha realizzato cose notevoli. Ha messo in grado gruppi prevalentemente di giovani, prevalentemente poveri (in genere volontariamente in mobilità verso il basso) di ottenere proprietà per un valore ben superiore a 4 milioni di sterline da mani private alla proprietà cooperativa. Ha offerto basi stabili ad alcune delle più importanti campagne britanniche di azione diretta degli ultimi trent’anni. E’ stato un faro di processo decisionale democratico e di finanza anarchica.
 
Al tempo stesso non è chiaro quale sarà l’effetto sull’organizzazione del fatto che la rivendicazione di autonomia individuale e cooperativa supera la necessità di principi che fissano confini.
 
Radical Routes è stato per molti versi un esempio della società futura desiderata costruito in miniatura all’interno della vecchia società. E’ possibile che negli ultimi pochi anni siano stati svuotati elementi chiave che preservavano la sua identità radicale, lasciando solo un fragile guscio. In questo possono esserci lezioni per altri.

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