Paul Krugman: "La Russia nel 2015 come il Venezuela nel 1983?"
In uno dei suoi ultimi post sul suo blog sul New York Times, Paul Krugman affronta la questione del crollo dei prezzi petroliferi e in particolare la situazione in corso nella Russia di Putin. Ovviamente i problemi di Mosca derivano da fattori ulteriori, come ad esempio la crisi dell'Ucraina e le seguenti sanzioni, eppure, scrive il premio Nobel per l'economia, è abbastanza sorprendente per la velocità con cui la situazione finanziaria si sta deteriorando. I vigilantes obbligazionari non sono invisibili a Mosca d i tassi di interesse a 10 anni, che erano sotto l'8% all'inizio di quest'anno, sono arrivati al 12.67%.
La domanda che ci si potrebbe porre è perché la Russia è così vulnerabile. Del resto, ha grandi surplus commerciali ed è un paese creditore e non debitore. Ma ci sono diversi debiti esterni, che riflettono prestiti settoriali; inoltre le riserve estere stanno crollando per compensare la fuga dei capitali privati dal paese.
Quello che mi ricorda, prosegue l'economista americano, è la crisi dei debiti dei paesi dell'America Latina negli anni'80. Ad esempio il Venezuela, come la Russia ora, era una petro-economia con continui surplus esterni, ma un debitore vulnerabile, perché tutti quei surplus esterni erano stati riciclati in asset esteri da élite corrotte. Ma il Venezuela, conclude Krugman, non aveva le testate nucleari.