Brasile: il Fondo Monetario Internazionale elogia le misure neoliberiste di Temer
Secondo il funzionario Rice il governo Temer dovrà liberare il Brasile dal fardello debitorio lasciato dai governi di Lula e Dilma Rousseff. Niente di nuovo, visto che dal punto di vista liberista le politiche sociali che hanno reso possibile sconfiggere l’estrema povertà, oppure dare un’educazione di qualità e gratuita, rappresentano solo dei costi da tagliare
Una volta portato a termine il colpo di stato istituzionale nei confronti di Dilma Rousseff, il presidente brasiliano Michel Temer, durante una cerimonia privata presso la sede del suo partito, ha annunciato severi cambiamenti in ambito economico dove vi sarà una grossa apertura verso l’economia privata.
Alle dichiarazioni di Temer hanno poi fatto seguito quelle del nuovo Ministro per l’Economia Henrique Meirelles, che ha confermato come il Brasile sia diretto verso un ritorno a quel neoliberismo che tanti danni ha prodotto in America Latina e nel mondo intero.
Questo ritorno al passato del Brasile non è passato inosservato in quel di Washington, dove il portavoce del Fondo Monetario Internazionale, Gerry Rice, ha salutato con favore il nuovo corso brasiliano.
Secondo il funzionario dell’istituzione finanziaria, il governo Temer dovrà liberare il Brasile dal fardello debitorio lasciato dai governi di Lula e Dilma Rousseff. Niente di nuovo, visto che dal punto di vista liberista le politiche sociali che hanno reso possibile sconfiggere l’estrema povertà, oppure dare un’educazione di qualità e gratuita, rappresentano solo dei costi da tagliare.
Rice ha dichiarato che Temer dovrà traghettare il Brasile fuori dal difficile contesto in cui si trova, senza mai citare il golpe che ha allontanato dal potere la legittima presidente Dilma Roussef, tantomeno i risultati raggiunti dai governi progressisti negli ultimi anni dai governi socialisti.
Michel Temer ha dichiarato di non voler cancellare i programmi sociali varati dai governi di Lula e Rousseff, ma gli annunci, le prime misure, e l’endorsement del Fondo Monetario Internazionale, fanno pensare a tutt’altro scenario.