Manganellate al minimo dissenso pacifico. In quale brutale regime avviene?

Manganellate al minimo dissenso pacifico. In quale brutale regime avviene?

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di Alessandro Bianchi
 
«Non accetteremo passerelle politiche senza la partecipazione del popolo e della parte sociale del Paese». Avevano annunciato a Pisa studenti, lavoratori e la società civile contraria all'attuale ordine (regime) all'annuncio dell'arrivo del premier mai eletto da nessuno. In poche parole, parliamo di coloro che i media definiscono “antagonisti” genericamente, per la solita opera di delegittimazione grazie all'associazione con i black block.
 
La protesta contro la passerella di Renzi, che, tra l'altro non ha avuto neanche il coraggio di presentarsi,  e il ministro Stefania Giannini presso il Cnr di Pisa in occasione della celebrazione dei trent’anni dalla prima connessione ad internet realizzata in Italia, è stata impedita con la forza, con una brutalità devastante, di un regime che ormai dimostra di non accettare più nessuna forma di dissenso.

Alla manifestazione di oggi a Pisa era presente anche l'associazione delle vittime del ‘salva banche’ varato dal governo. Poliziotti e carabinieri in tenuta anti-sommossa hanno scatenato l'inferno quando dal centro i manifestanti si sono avvicinati alla sede del CNR.

I poliziotti in assetto antisommossa hanno caricato per ben due volte, utilizzando ampiamente i manganelli. Si contano numerosi feriti e contusi. Tra i feriti anche il videomaker Andrea Lattanzi che al Fatto Quotidiano spiega di aver ricevuto un colpo al volto, “forse con un manganello, e uno alla schiena”, mentre stava riprendendo i momenti di tensione. 


 
Renzi ha fatto sapere questo. "Spiace per gli scontri che si sono registrati questa mattina, sono abbastanza incomprensibili”. Incomprensibile il fatto che qualcuno voglia far sapere a Sua Maestà che c'è una parte di società civile che esprime dissenso. A queste persone, l'unica risposta che conosce ormai è la repressione, il manganello, come in ogni regime che si rispetta.



Ora per capire l'illusione di massa in cui viviamo, vi invitiamo a compiere un piccolo esercizio di un minuto. Leggete i titoli con cui la giornata di Pisa viene presentata dalla stampa libera nostrana.
 
Pisa, contestazioni al Cnr contro Matteo Renzi per l'Internet Day. La polizia carica i manifestanti, feriti. (Huffington)
 
Internet Day, cariche e scontri a Pisa fuori dal Cnr (Espresso)
 
Pisa, contestazioni e scontri: antagonisti contro il governo (Repubblica)
 
INTERNET DAY. CONTESTAZIONI A PISA, CARICHE E SCONTRI CON LA POLIZIA (Rai NEWS)
 
E più o meno tutti così...
 
Ora vedete questi due video:

 
 
C'è assonanza tra quello che avete visto e i titoli con cui vi viene presentata la notizia? Si tratta di una brutale repressione contro manifestanti che pacificamente, con slogan e cartelli, esprimevano dissenso ad un primo ministro che sta distruggendo diritti, dignità e la nostra Costituzione. Non è più permesso, questo è chiaro. 
 
Ora, seconda parte del breve esercizio mentale che vi chiediamo, chiudete per un secondo gli occhi ed immaginate che nelle redazioni di questo nostro mondo che si crede libero arrivassero quegli stessi video, ma provenienti da Caracas, Mosca o Pechino? Immaginate (per assurdo perché non avviene in quei paesi se non da parte di golpisti come nel caso delle Guarimbas in Venezuela). Bene che cosa scriverebbero i giornali?
 
Il titolo sarebbe più o meno questo, ad esempio:
 
“Brutale repressione del regime cinese su manifestanti inermi: sangue e decine di feriti”
 
Cambia tutto, cambia la vostra percezione. Capite ora la responsabilità di chi presenta la notizia nel condizionare la vostra reazione. Ma tutto questo fa parte dell'illusione di massa in cui viviamo ed è per questo che siete tanto indignati di quello che succede al Cairo, ad esempio, e poi lascerete correre come se non fosse accaduto nulla le manganellate del regime di Alfano e Renzi. Domani, se di sfuggita oggi lo avete letto, l'avrete dimenticato. Avviene senza che ve ne accorgiate neppure.

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