“È la stampa, bellezza!". Le due bufale russofobiche di Observer e Washington Post ai limiti della fantascienza
È la stampa, bellezza! La stampa!
“È la stampa, bellezza! La stampa! E tu non ci puoi far niente! Niente!” Mettiamola come epitaffio alla morte del Giornalismo questa frase immortalata da Humphrey Bogart. Che altro si può dire, infatti, davanti alle due “notizie” lanciate in questi giorni da due “mitici” organi di stampa quali Observer e Washington Post?.
La prima narra del “Regno del Cyber Califfato” che l’ISIS avrebbe annunciato con l’attacco, nell’aprile 2015, ai server della emittente francese TV5Monde. In realtà, un attacco abbastanza modesto (una sbiadita immagine contenente il gioco di parole “Je suis-is” nei social dell’emittente durata un paio di minuti e qualche malfunzionamento) e che da allora non si è più ripetuto ma che ha meritato dai mass media una enfasi pari al famoso “attacco alla Sony” “certamente compiuto da hackers nord coreani per bloccare l’uscita del film The Interview”: una colossale bufala del dicembre 2014 (tra l’altro il responsabile – arrestato e condannato - dell’”attacco” era un americanissimo ex dipendente della Sony che si voleva vendicare del suo licenziamento) che fece il giro del mondo.
Ora, invece ad un anno di distanza finalmente la rivelazione: dietro l’attacco a TV5Monde non c’era l’ISIS ma, addirittura, Putin! Lo attesta (e solo lui!) tale John Schindler: più o meno un altro Brown Moses; e cioè un tizio qualunque battezzato “esperto” dai media in quanto questo permette loro di consacrare le loro bufale. Il tutto condito da considerazioni del tipo “...del resto, da più di un secolo i russi utilizzano False Flag nello spionaggio”, accuse all’ottimo Edward Snowden di essere l’artefice dell’operazione, e surreali lamentele sui “terroristi che si fanno pubblicità sui social media” (come se Facebook, Twitter, Youtube... non fossero tutte di proprietà USA).
Ancora più delirante la “rivelazione” del Washington Post: “La Russia sta molestando i diplomatici degli Stati Uniti in tutta Europa”. Cioè? “Alcune delle intimidazioni sarebbero di routine, ad esempio, pagare i giornalisti per scrivere storie negative su di loro”. Poi ci sarebbero “atti di molestie contro il personale diplomatico che varia dal bizzarro al decisamente spaventoso (....) mimetizzati come atti di criminalità comune”: intrusi che si sarebbero introdotti nelle abitazioni dei diplomatici solo per “spostare i mobili” o “accendere tutte le luci e le TV”, “un diplomatico ha segnalato che un intruso aveva defecato sul suo tappeto del salotto”. E dire che una volta ci si introduceva di soppiatto negli appartamenti dei diplomatici per mettere microspie. Ma con un pazzo criminale al Cremlino chi volete che rispetti più il bon ton?
Francesco Santoianni