Festa del Primo maggio, bandiere dei "ribelli" siriani in piazza: storia di ordinaria follia a Milano

Festa del Primo maggio, bandiere dei "ribelli" siriani in piazza: storia di ordinaria follia a Milano

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


da Marx21

Riceviamo dal Comitato Contro la Guerra – Milano e volentieri pubblichiamo
 
Come si sa, definire esattamente quando sia nata la grande manifestazione internazionale a data fissa riguardante i lavoratori è difficile, nessuna burocrazia potrebbe rilasciare a tale riguardo un certificato di nascita indiscutibile.
 
Indubbiamente la rivendicazione delle otto ore di lavoro ne è uno dei fondamenti. Nel 1867 a Chicago si compie l’unione tra questa rivendicazione e il primo giorno del mese di maggio; ma probabilmente la scelta di tale data ha motivazioni più profonde, infatti nella tradizioni nordiche (e a dire il vero anche in quelle mediterranee), il 1° maggio è anche la data simbolica della vita che si rinnova, del riaprirsi del nuovo ciclo vitale segnalato dalle gemme sugli alberi. La decisione sindacale di stabilire nel 1° maggio 1886 la data di inizio del “rinnovamento” della vita operaia: «Otto ore di lavoro, otto ore di riposo, otto ore per fare quello che si vuole» è dunque inerente la condizione dei lavoratori che vogliono emanciparsi e si battono per la giustizia sociale.
 
Nello stesso periodo in Europa le Trade Unions così come i sindacati francesi si pongono la medesima questione. Nel 1926 invece, in Unione Sovietica Nicolaj Aseev e Vladimir Majakovskij aprono il loro ampio poema dedicato a Il primo 1° maggio con la rievocazione del movimento operaio del 1886.
 
Questi pochi accenni storici per richiamare la fondante pregnanza della data internazionale che è divenuta Festa dei lavoratori, passando attraverso una durissima repressione, costata anche la perdita di vite umane.
 
A Milano, il 1° maggio del 2016, accade anche questo: dopo che, circa 48 ore prima, si è lanciato l’evento su facebook, si presentano in corso Venezia alcuni con bandiere dei cosiddetti “liberi ribelli” recanti le tre stelle rosse a cui si riferiscono quelli del “libero esercito siriano” (Free Syrian Army); quest’ultimo addestrato e finanziato dagli Stati Uniti per loro stessa ammissione. Cosa c’entri tutto questo con la Festa del 1° maggio? Verosimilmente hanno cercato un’altra occasione per potersi manifestare. Infatti, col passare dei minuti l’affluenza rivela una organizzazione non approssimativa, arrivano infatti anche altri, e tra loro donne velate e uomini con la barba ma senza baffi... esattamente nella foggia degli islamici integralisti; alla fine, quando il corteo sta per partire, sono almeno 150; sappiamo che sono riusciti a coinvolgere anche un certo numero di egiziani. Uno dei manifestanti con la barba e senza baffi, intercettato da noi, stava per azzuffarsi con un italiano che aveva con sé una bandiera del Donbass, cosa questa che lo ha indispettito poiché deve avere associato molto probabilmente la bandiera alla Russia.
 
Il paradosso risiede nel fatto che costoro stanno contribuendo, ed hanno contribuito, a polverizzare la Siria, armati e pagati anche da paesi ove, come è ben noto, i diritti sociali e civili non hanno alcuna cittadinanza. Parliamo di paesi come il Qatar, l’Arabia Saudita, altre petromonarchie del Golfo e, un paese membro della NATO come la Turchia, che ha derubato il nord della Siria di pezzi di apparati produttivi, o li ha distrutti, esattamente come fecero i nazisti qui da noi al nord.
 
Milano, 1° maggio 2016, storie di ordinaria follia, dove la perdita di senso avviene nel mainstream che contribuiscono a costruire anche “giornalisti” come certi freelance o “strutturati” che lavorano in radio che hanno come motto «Nel mio paese nessuno è straniero», ai quali, se non fossero così in malafede, si dovrebbe fare la proposta: ma và a ciapà i ratt.

Comitato contro la guerra Milano

Strage di Suviana e la logica del capitalismo di Paolo Desogus Strage di Suviana e la logica del capitalismo

Strage di Suviana e la logica del capitalismo

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda di Geraldina Colotti Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

Trent’anni fa, il genocidio in Ruanda

La tigre di carta è nuda di Clara Statello La tigre di carta è nuda

La tigre di carta è nuda

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Lenin, un patriota russo di Leonardo Sinigaglia Lenin, un patriota russo

Lenin, un patriota russo

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni) di Giuseppe Giannini Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Difendere l'indifendibile (I partiti e le elezioni)

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Libia. 10 anni senza elezioni di Michelangelo Severgnini Libia. 10 anni senza elezioni

Libia. 10 anni senza elezioni

Il salto tecnologico della Cina e il QE (di guerra) di Draghi di Pasquale Cicalese Il salto tecnologico della Cina e il QE (di guerra) di Draghi

Il salto tecnologico della Cina e il QE (di guerra) di Draghi

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar di Paolo Arigotti Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

Il nodo Israele fa scomparire l'Ucraina dai radar

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS di Michele Blanco DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

DRAGHI IL MAGGIORDOMO DI GOLDMAN & SACHS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti