Aumento costante e violento di suicidi in Grecia: il debito umano della Troika
Uno studio condotto dall'Università della Pennsylvania spiega la correlazione con l'austerità
La crisi economica incessante e consistente in Grecia e le sue inevitabili e nefaste conseguenze, l’alta disoccupazione, l’indebitamento delle famiglie, i tagli al welfare, l'aumento dei senzatetto, hanno certamente esasperato condizioni di stress e generato un forte senso di disperazione.
In altre parole le misure di austerità finanziaria risultano responsabili di un significativo incremento di suicidi in Grecia.
Uno studio condotto dall’Università della Pennsylania e pubblicato sulla rivista British Medical Journal, che analizza i suicidi nel paese ellenico negli ultimi trenta anni, da gennaio 1983 a dicembre 2012, rivela che con l'introduzione di ulteriori misure di austerità economica nel giugno 2011 c'è stato un "aumento violento e costante dei suicidi," del 35,7%.
"I suicidi sono aumentati subito dopo gli annunci, da parte del governo e della stampa, dei programmi economici in Grecia e sono cresciuti ai livelli più alti nel 2012 a causa dell'accumulo di misure di austerità e alle successive proteste di piazza", afferma Charles C. Branas, professore di Epidemiologia e autore principale del lavoro. Questo picco si è verificato dopo aprile, quando un pensionato indebitato di 77 anni si è ucciso sparandosi alle porte del Parlamento greco. Il rapporto evidenzia inoltre l’aumento del 13% del tasso di suicidio maschile nel mese di ottobre 2008, data in cui ha inizio la recessione greca con la drastica riduzione del Pil.
Inoltre, Branas spiega che si sono contati "solo i suicidi che si sono consumati, non abbiamo dati relativi ai tentativi" e che i legislatori e quelli che prendono decisioni "dovrebbero almeno conoscere queste conseguenze negative".
Ecco, signori della troika, dell’Ue, della Bce, signora Merkel, ora siete a conoscenza del vostro peggiore delitto.
Come ripagherete il vostro debito umano?