Pronto il Piano B dell'Europa in caso di Grexit: sarà un prestito cuscinetto
Zero Hedge: "la partita è quasi finita"
Vi abbiamo scritto ieri come, a differenza di quello che Atene aveva ricordato nei giorni scorsi, la Grecia non aveva i 750 milioni di euro per ripagare la tranche di debiti con il Fmi e ha proceduto all'utilizzo di 650 milioni dei suoi Diritti speciali di prelievo nell'organizzazoine internazionale. Il governo di Syriza dovrà ora procedere a reintegrare queste quote entro un mese e questo ha creato uno scenario del tutto surreale: assumendo anche che la Grecia riesca a convincere i creditori a erogare una tranche di aiuti da 7,2 miliardi di euro alla fine del mese, il Fmi invierà dei soldi ad Atene, che poi li rimanderà indietro per andare ad integrare le quote interne della Grecia al Fondo monetario Internazionale, utilizzate in precedenza per ripagare un debito con il FMI stesso. Siamo alla schizofrenia ormai.
Nel frattempo, il Fmi è comprensibilmente stanco della situazione e, secondo quanto riportato ieri dalle agenzie di stampa, non partecipaerà ad un terzo piano di salvataggio, qualcosa che il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble aveva escluso come ipotesi.
E quindi, sottolinea oggi il Blog americano Zero Hedge, la partita è quasi finita. La Grecia non ha il denaro per mantenere in piedi la situazione e il Fondo monetario internazionale non ha la volontà politica di perpetuare ulteriormente la farsa. Questo suggerisce che sia la Grecia e i creditori - precedentemente noti come la "Troika" - avranno bisogno di ricorrere al piano B in tempi rapidi. C'è un problema con questo scenario però e vale a dire che i funzionari europei hanno sempre dichiarato fino ad oggi che non esiste un piano B, perché sarebbe un'ammissione esplicita che l'euro è in realtà dissoluble e cadrebbe il tabù dei tabù in Europa.
Ad esempio, riportava Reuters prima dell'Eurogruppo di lunedì come un alto funzionario europeo abbia chiesto ad Atene ed i suoi creditori di impegnarsi a fare dei progressi nelle loro trattative riforme - nuovi fondi, minacciando chiaramente come non esista un “Piano B” nel caso di un default greco. “Quello di cui abbiamo bisogno è un progresso reale e non abbiamo bisogno di un Piano B”, ha dichiarato Frans Timmermans, primo vice presidente della Commissione europea al quotidiano tedesco Welt am Sonntag.
Queste dichiarazioni sono di domenica. Ma chiaramente un Piano B esiste ed è essenzialmente un pacchetto di aiuti di protezione ai greci come scrive oggi Bloomberg: “i governi dell'aerea euro stanno considerando di mettere insieme un pacchetto di aiuti per la Grecia come cuscinetto della sua economia se fosse costretta ad uscire dall'euro. Lo hanno dichiarato a Bloomberg due persone dentro le negoziazioni. Il governo greco non si aspetta quest'aiuto e il premier Alexis Tsipras dichiara di non considerare l'uscita dall'euro come un'opzione.
“C'è sempre un piano B”, ha dichiarato Filippo Taddei, uno dei principali consiglieri economici di Renzi, in un'intervista di oggi proprio in relazione al pacchetto di aiuti.
E' importante riportare, a tal proposito, queste dichiarazioni di Draghi di alcuni mesi fa: "se l'euro si dissolve e se un paese dovessere lasciare l'euro, non è come una sliding door. E' una questione importante, è un progetto nell'Unione Europea. Questo è perché hai tempi difficili chiedendo alle persone come me “cosa accadrebbe se. Non c'è nessun piano B”.
A questo punto, ironizza Zero Hedge, se non esiste un B chiamiamolo C o piano che "contiene un'ingegnosa ridenominazione per i correntisti spagnoli e italiani", ma la sostanza non cambia. L'unica domanda che resta è quella di sapere quale sarà la forma che assumerà il pacchetto d'addio dell'Unione Europea per la Grecia.