"Ci avevano detto che la storia era finita. Chàvez e l'ALBA, l'asse della pace, li hanno fatti ricredere"

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Vice Presidente del Venezuela Arreaza: "Abbiamo sradicato la povertà e la fame nel popolo. E stanno facendo lo sciopero della fame i figli della borghesia. Non è curioso?"

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di Marinella Correggia e Alessandro Bianchi

Jorge Arreaza, vicepresidente del Venezuela, a Roma per ricevere il premio della Fao per i successi nella lotta contro la malnutrizione (qui il suo discorso di ieri), ha salutato i sostenitori della rivoluzione bolivariana al parco Simon Bolivar di Montesacro a Roma, che sarà oggetto di un progetto di riqualificazione. Erano presenti membri della comunità venezuelana, cittadini srilankesi, ecuadoriani e colombiani, oltre al movimento italiano e di solidarietà con il Venezuela e pacifisti.
 
In particolare Arreaza ha sottolineato la necessità di costruire un fronte  per l’uscita dal capitalismo ma anche il ruolo negativo del sistema mediatico mondiale e, ovviamente, l’arroganza  di chi si crede padrone del mondo. “Quando è stato detto che gli Stati Uniti consideravano il Venezuela una minaccia per la sicurezza, all’inizio si pensava a uno scherzo dei social network!”, ha detto Arreaza, aggiungendo ovviamente che semmai sono loro la minaccia per il mondo. 
 
“Se potessimo spiegare ai popoli con obiettività il progetto della rivoluzione bolivariana, i popoli sarebbero con noi, non è difficile. Se i popoli sapessero per bene che cos’è la NATO, e che cos’è l’ALBA (Alleanza bolivariana) chiederebbero quel che chiede questo cartello ‘Vogliamo uscire dalla nato ed entrare nell’Alba’. Il difficile, è avere i mezzi di comunicazione che spieghino questo al popolo”. I media come mezzi di distrazione di massa…come si può spiegare altrimenti il predominio delle notizie sul calcio in tutte le salse e tutti i giorni? Ma qualche passo avanti c’è…”Nei Caraibi, ad esempio, è vero che finora hanno visto fondamentalmente solo la Cnn e la Bbc, ma dall’anno prossimo ci sarà Telesur, dall’anno prossimo tutto il mondo potrà vedere Telesur in inglese”.  E’ certo che “continueremo a vincere, anche in Bolivia, Ecuador, Nicaragua, e Cuba sempre, perché lo chiede la storia. Ci vogliono imporre il pensiero unico. Ci hanno parlato di fine della storia. Voi sapete che per i capitalisti il futuro non esiste. Le regole del gioco non vanno cambiate. Rassegnati a che tuo figlio sia schiavo, se sei schiavo in un fabbrica oggi; rassegnati alla povertà, agli sfruttatori e agli sfruttati. Lo aveva detto Francis Fukuyama, che la storia era arrivata alla fine. Ma credo che Chavez abbia dato un grande contributo alla successiva ammissione di errore da parte di Fukuyama. Sembra che ci sia ancora storia!”
 
Il vicepresidente si è soffermato sulla guerra economica contro il Venezuela. Li aveva avvertiti il comandate Chavez, nel febbraio 2013, durante cinque ore di riunione nell’ospedale militare dov’era ricoverato: “Ecco la guerra economica, cercheranno di creare il malcontento, affinché il popolo viva male e si ribelli contro la rivoluzione bolivariana. Il popolo non cadrà, ma bisogna stare attenti e non aver troppa fiducia”.  
 
Il gioco dell’opposizione venezuelana strumentalizza adesso lo stesso presidente defunto: “C’è un piano della destra mondiale per dire ‘una cosa era Chavez, un’altra è Maduro’; perfino il candidato perdente due volte, ora si dirige ai chavisti per dire ‘venite con me, io rispetto Chavez, non come Maduro’. E pensiamo a quell’altro…stanno facendo lo sciopero della fame. Curioso, siamo qui per ricevere un riconoscimento internazionale per la nostra lotta contro la fame, ed ecco che i figli della borghesia sono in presunto sciopero della fame, per far pressione sulle istituzioni….hanno fatto di tutto. Colpo di Stato nel 2002, sabotaggio petrolifero nel 2003, guarimbas (manifestazioni violente) nel 2004, ritiro dalle elezioni nel 2005, rifiuto di riconoscere la vittoria di Chavez nel 2006, guarimbas nel 2007, si sono presi gioco della malattia del presidente fino alla sua morte; nel 2014 ci sono stati 43 morti nelle strade per colpa loro".

Eppure, pretendono di essere vittime, dicono che sono perseguitati. Come ho detto giorni fa a una di loro: ‘Se negli Stati uniti questa persona ora in stato di arresto avesse commesso i delitti che ha commesso qui, sarebbe vicina alla pena di morte, e in qualunque paese del mondo sarebbe in carcere’. In Venezuela, hanno presentato 500 testimoni, e i giudici devono sentirli tutti, e così si sta dilatando il processo, un processo giusto, e allora dicono che si violano i diritti umani, che loro sono i buoni, contro questo governo dittatoriale”.
 
Davanti a questa caricatura mondiale, “è importante essere uniti e serrare le fila intorno a Maduro. Il suo compito non è facile. Ma dopo due anni e oltre, siamo qui, andiamo avanti.Occorre cambiare strutturalmente il sistema economico, costruirne uno nuovo, perché non è possibile che il cibo sia una merce, usato per speculazioni finanziarie, per il profitto di pochi, mentre c’è gente che muore di fame, milioni di esseri umani”. Molti di meno in America latina, ha ricordato il vicepresidente: “Sono 27 milioni gli affamati latinoamericani, erano prima 58, ,a come ha detto la presidente argentina Cristina Kirchner, poi sono arrivati presidente simili ai loro popoli, Lula, Evo, Rafael, Tabaré, Cristina, Pepe, Daniel, e nei Caraibi; il popolo è arrivato al potere. Senza questo, forse gli affamati da noi sarebbero 200 milioni".
 
E tuttavia, occorre una iniziativa mondiale da parte della sinistra: “La sinistra deve andare all’offensiva a livello internazionale. Ci fu un momento nel quale Chavez propose la Quinta internazionale, ma senza un grande riscontro. Tuttavia, la sinistra deve avere un’agenda definitiva, perché non c’è tanto tempo, e se non prenderemo le decisioni necessarie, i nostri figli si faranno la guerra per un chilo di riso, per l’acqua. In Europa sono in corso fenomeni interessanti, occorre appoggiarli, pur nelle differenze, occorre unirsi, in un programma condiviso. Non è facile. Il presidente Allende lo fece con il programma di Unidad popular, noi abbiamo il Plan de la patria, ma occorre un programma comune di tutta la sinistra mondiale, in questo momento storico affinché il popolo prenda il potere politico e garantisca il futuro dell’umanità. Altrimenti, come disse Fidel Castro, così come i dinosauri si estinsero per il cambiamento climatico, gli esseri umani si estingueranno per essere stati incapaci di combattere e liquidare il capitalismo che ci hanno imposto. Dobbiamo farlo: liquidare il capitalismo”
 
E come già il libertador Simon Bolivar a Montesacro sostenne che se l’Europa aveva dato tanto al mondo in termini di arte, cultura e scienza, però la misteriosa incognita dell’uomo nella libertà si sarebbe capita nel nuovo mondo…”ecco, i paesi dell’Alleanza bolivariana con il vostro appoggio stanno costruendo un sistema possa portare la felicità, un sistema di definitiva liberazione”. 

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