Alekos Alavanos (Syriza): I passi coraggiosi si fanno sempre nel presente

Alekos Alavanos (Syriza): I passi coraggiosi si fanno sempre nel presente

"A coloro che credevano possibile un'altra politica all'interno della zona euro, la realtà ha dimostrato il contrario"

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(traduzione di Marina Voudouri)

Alekos Alavanos, ex eurodeputato e leader di Plan B, il partito greco che propugna l'uscita della Grecia dall'euro, parla con H&R della possibilità di una Grexit.
 
Cosa ne pensa dell'accordo che è stato imposto al governo Syriza per evitare che il paese finisse in bancarotta?
 
Penso che questa domenica "nuvolosa” è stata la logica conclusione degli ultimi cinque mesi o anche degli ultimi due anni ... La politica di SYRIZA piaceva molto, era stata ampiamente accettata dalla società greca perché si faceva portatrice di due buone notizie. La prima: la possibilità di porre fine all'austerità, e l'altra, che non avremo avuto problemi con l'euro, con l'eurozona. È stato dimostrato che queste due cose non possono coesistere. Syriza doveva fare una scelta. Da febbraio, prima dell'accordo del 20, questa opzione ce l'aveva lì davanti ma la rimandava in vari modi, e con l'economia che continuava a deteriorarsi ... Siamo però arrivati al punto in cui non vi era più la possibilità di un ulteriore rinvio, e in questo senso ci si è trovati davanti a un tremendo dilemma: fra un terzo memorandum, quello più rigido e feroce di tutti, e un ritiro disorganizzato dall'eurozona ... e quindi siamo arrivati dove siamo ora.
 
Abbiamo sentito negli ultimi tempi tutto il sistema dei media, i politici greci e stranieri, gli economisti dirci che un'uscita dall'auro sarebbe catastrofica. Il Primo Ministro, in una dichiarazione alla tv pubblica ERT, ha detto che quando Varoufakis ha proposto la Grexit come soluzione alternativa, lui ha detto che l'unica scelta è stare nell'eurozona ... Lei sostiene che un'uscita dall'euro è possibile.

La classe dirigente, l'oligarchia sociale ed economica dominante, per mantenere il suo potere deve essere sostenuta da da una narrazione, che non sempre o quasi mai corrisponde alla realtà. E poi, perchè tanto terrorismo sull'esistenza di un paese fuori dell'euro, quando tanti paesi in Europa non sono nell'eurozona? Ad esempio, tutti i paesi scandinavi tranne la Finlandia sono fuori. E sono paesi con un livello di sviluppo e di stato sociale che non possono essere confrontati con i paesi dell'eurozona. Come è possibile sostenere che la situazione sarà infernale? Non si può in nessun modo basare tutto ciò che si dice su un'esperienza reale.
 
La Grecia è il primo paese che viene posto così apertamente davanti al dilemma di rimane o lasciare la zona euro. Tuttavia, abbiamo esperienze di altri paesi che hanno lasciato una moneta unica. L'esperienza internazionale dice che quando sei in depressione, è necessario dare grande fluidità alla propria economia, cosa che non si può fare avendo come moneta l'euro, dunque ci vuole una moneta nazionale che può diventare competitiva e avere un valore tale da poter promuovere le esportazioni, ci vuole un piano di sviluppo e solo allora si potrebbe dire che ci stiamo dirigendo verso un'altra epoca. Mentre gli eventi degli ultimi tempi ci deludono, ci scoraggiano, il pensiero di un'altra via ci può restituire ottimismo e senso di prospettiva.
 
 
Molti dicono che questo passo poteva essere fatto più facilmente cinque anni o almeno due anni fa, quando l'economia era su altri livelli. Ora che l'economia è crollata, è il momento giusto per un passo del genere?
 
Si tratta di un classico del comportamento umano. Quando è necessario prendere una decisione coraggiosa, l'uomo cerca o immagina sempre un tempo nel passato dove le condizioni erano migliori. I passi coraggiosi si fanno sempre nel presente, mai nel passato o nel futuro. Più l'economia peggiora, tanto più diventa necessario farlo. Se i memoranda, nonostante tutte le difficoltà, nonostante la condanna dei giovani, lasciavano qualche spiraglio di possibilità di uscita dal tunnel, allora va bene ... ma ora vediamo qual è la situazione. Certo, sarebbe stato molto meglio se questo fosse stato fatto nelle prime settimane del governo SYRIZA,: chiudendo i confini al flusso di capitali verso l'estero, avremmo potuto rispondere alle esigenze.  
 
Un altro argomento di coloro che non sostengono la fattibilità di una via diversa, è che, anche se dovesse esserci una prospettiva positiva in questa soluzione alternativa, si dovrà comunque passare attraverso l'inferno che non sappiamo quanto durerà. Questa è una realtà? Ci sarebbe un periodo in cui la situazione sarà peggiore di quella in cui viviamo oggi?
 
 
Non voglio dire che sarà tutto facile fin dall'inizio, passeranno alcune settimane di adattamento e di difficoltà prima che la pubblica amministrazione si assesti alle nuove condizioni. Specialmente per via del fatto che non è stato fatto il lavoro necessario in anticipo. Per stampare una nuova moneta, solo per i dati tecnici, per disegnarla, per creare gli stampi, per stamparla ci vogliono alcune settimane. Nello studio che abbiamo fatto noi del trattamento dei dati di altri esempi, come quello dell'America negli anni '30, la velocità della ripresa ha superato le nostre aspettative.
 
 
Circa la psicologia del popolo ... come interpreta l'atteggiamento della gente che, nonostante tutto il terrorismo mediatico e il controllo sui capitali, ha votato NO al referendum?
 
Il sostegno della gente per il NO è stato impressionante. Ha superato le mie aspettative ... io credevo che il risultato sarebbe stato quasi pari e questo lo credevo non solo seguendo i sondaggi pubblicati dai media ma anche parlando con la gente ... e improvvisamente ci siamo trovati di fronte a quest'onda di dignità.
 
Si può affermare che i cittadini erano pronti ad un passo ulteriore mentre il governo no?
 
Si, e proprio perché è noto il ruolo della società, è questo il motivo per cui si sta facendo una campagna di intimidazione. La domanda fondamentale allora diventa: noi, che cosa proponiamo?
 
Avere un dibattito aperto in televisione. E non solo con i rappresentanti di un partito o di un altro, ma invitare esperti, professori universitari che sostengono queste tesi ... si può discutere civilmente. Ho trovato persone che sostengono che dobbiamo rimanere nell'euro a tutti i cosi con i quali è possibile comunque avere una discussione seria. Bisogna far parlare sia le persone che sono da una parte sia quelle che sono dall'altra, senza voler pregiudicare i risultati ... Spiegare i due diversi modi di pensare e permettere al cittadino di giudicare, senza essere spinto dalle emozioni.
 
Credo che il ricorso alla via del terrore, le affermazioni dei giornalisti di ritorno all'età della pietra, dimostrino la povertà degli argomenti.
 
Se Atene firmerà questo memorandum con i creditori , si eviterà la Grexit come viene detto?
 
Io credo che la Grexit sarà sempre presente. Questo programma incontrerà sempre avversità. Avversità che sono collegate al fatto che avrà effetti negativi sui nostri dati finanziari, e dunque il paese logicamente sentirà la necessità di opporsi all'imposizione del programma, e anche al fatto che il programma è sorretto da una maggioranza di governo totalmente paradossale e senza possibilità di sopravvivenza.
 
Qual è la maggioranza di governo oggi? È la maggioranza dei deputati di SYRIZA ma senza un pezzo importante, è il partito di destra di ANEL, è Nea Diokratia, è PASOK e To POTAMI. Beh, questa maggioranza non può sopravvivere dunque saremo sotto ricatto continuo, il ricatto della Grexit. Il popolo non ha ancora capito cosa è successo, la gente è stordita ... ma quando arriverà la tassa ENFIA, quando ci saranno tre disoccupati a famiglia e si aggiungerà anche il quarto, credo che ci sarà la reazione del paese, del popolo.
[…]
 
Per quanto riguarda l'esistenza di un piano per un'uscita dalla zona euro. C'è? O siamo ancora a livello di annunci e visioni? Voi avete preparato qualcosa?
 
Il materiale c'è. C'è il lavoro del gruppo di scienziati coordinati dal professor Mariolis dell'Università Panteion di Atene. Esiste anche un piano inglese per l'uscita della Grecia dall'euro al quale è stato anche assegnato il premio Wolfson 2012 in Economia. Il Premio Wolfson è l'equivalente del Nobel. Stiamo continuando a lavorare all'elaborazione del piano e infatti siamo nella fase di cercare di trarre le conclusioni ed eventualmente fare alcune modifiche, correzioni ed integrazioni sulla base dei dati che abbiamo raccolto in questo periodo di controllo dei capitali. Naturalmente, questo lavoro avrebbero normalmente dovuto farlo le università ... Io avevo inviato una lettera nel 2010 al rettore dell'Università di Economia di Atene, ma non mi ha nemmeno risposto.
 
 
Con diversi deputati di Syriza che hanno votato contro l'accordo, c'è la possibilità di un cambiamento radicale nel panorama della sinistra in Grecia. Si potrebbe vedere una possibile collaborazione tra pezzi di Syriza e pezzi della sinistra extraparlamentare? Vi è la necessità di un'unione allargata?
 
In Grecia c'è un paradosso. C'è una corrente che è favorevole all'uscita dall'euro. Non è una corrente di maggioranza. I sondaggi la danno più o meno al 30%. Io vi dico che è al 10%. Questa corrente non è espressa politicamente. Ideologicamente può essere espressa dal KKE (Partito Comunista) o anche da altri, ma politicamente non si esprime. Questa corrente propone una prospettiva realistica di uscita organizzata piuttosto che disorganizzata dall'eurozona e un piano di ricostruzione, riorganizzazione e adattamento del paese alle nuove circostanze. Mentre vi è nella società, non si esprime nella scena politica. Esistono gruppi e movimenti, principalmente nella sinistra extraparlamentare, e anche in un pezzo di Syriza che però fino ad ora hanno seguito un'altra linea. È altamente necessario che queste forze si incontrino, e non solo le forze di sinistra. Dobbiamo usare ogni elemento positivo, dobbiamo presentare i loro programmi per attivare le forze che sono ancora bloccate in questo dilemma ma che vedono la possibilità di muoversi in questa direzione.
 
Un'ultima domanda ... lei è stato eurodeputato per molti anni ... l'Europa che lei ha servito per tanti anni c'entra qualcosa con l'Europa che abbiamo visto in questi giorni? È la stessa Europa?
 
Sì. Non posso dire che non me lo aspettavo. Abbiamo passato ore amare con l'Europa. Ero deputato quando c'era la guerra in Iraq, quando c'era quella in Yugoslavia ... quando lasciavamo che Bobby Sands morisse in carcere ... Ho sperimentato tutto questo, e sapevo che l'Europa capitalista uscita fuori dalle guerre era un'entità ingannevole. Non mi aspettavo che questo sarebbe accaduto avendo come centro il mio paese. Ma quello che ho visto in questi giorni non mi sorprende, erano immagini familiari, la stessa cosa che abbiamo visto a Cannes nel 2011, quando Sarkozy tirava Papandreou per la giacca. Syriza doveva, aveva il compito di studiare tutto questo ...

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