Anonymous ha accusato una società Usa di proteggere i siti pro-ISIS da attacchi informatici
Anonymous ha lanciato una campagna globale online contro jihadisti e Isis
Il gruppo di 'hacktivisti', Anonymous, ha accusato una società di San Francisco,che fornisce servizi web, di proteggere i siti pro-ISIS da attacchi informatici. Lo Stato Islamico sfrutta internet e i social media per diffondere la sua propaganda e promuovere le sue attività e utilizza anche i servizi web per proteggere il gruppo da attacchi informatici.
Mentre si cerca di distruggere i siti correlati all'ISIS, i membri dell'organizzazione terroristica stanno circumnavigando gli attacchi utilizzando servizi web facilmente reperibili sul mercato.
Once again, @CloudFlare have been found to be providing services to pro-#IslamicState websites. Shameful. #OpISIS #Daesh #Anonymous
— Anonymous (@GroupAnon) 16 Novembre 2015
Secondo alcuni membri di Anonymous, la tecnologia web della società CloudFlare viene utilizzato dai terroristi operanti sulla darknet e nel cyberspazio per impedire ai membri del gruppo di hacktivisti di sospendere la propaganda correlata all'ISIS. A seguito dei recenti attacchi terroristici di Parigi, Anonymous si è impegnato a proseguire con la campagna informatica contro ISIL on-line e ha accusato CloudFare di ostacolare questa "guerra".
CloudFlare protegge i propri utenti da ciò che è noto come Distributed Denial of Service (DDoS). E', quindi, in grado di fermare gruppi come Anonymous che fanno uso di attacchi DDoS per sovraccaricare i siti web dell'ISIS in modo che alla fine collassino. GhostSec, un network antiterrorismo che opera su Internet, dice che quasi 40 siti pro-ISIS utilizzano CloudFlare per impedire che i loro siti siano oscurati dagli hacktivisti.
Secondo il Epoch Times, 34 di questi siti stanno diffondendo propaganda, quattro sono forum terroristici e due offrono supporto tecnico. GhostSec non lavora per qualsiasi governo, ma trasmette tutte le informazioni sulle minacce che scopre online La sua missione, come si legge sul suo sito web è:
"Eliminare la presenza online di gruppi estremisti islamici come Stato islamico, al-Qaeda, Al-Nusra, Boko Haram e Al-Shabaab, nel tentativo di ostacolare il loro reclutamento e limitare la loro capacità di organizzare gli sforzi dei terroristi internazionali."
WauchulaGhost ha detto all'Epoch Times:
"Facciamo questo come un servizio gratuito non solo per gli Stati Uniti, ma per tutti i paesi del mondo. Ghost Security mira ad eliminare la presenza online del gruppo estremista dello Stato Islamico".
Ma il co-fondatore e amministratore delegato di CloudFlare, Matthew Prince ha respinto le accuse di Anonymous e le sue affermazioni che la sua azienda assiste siti web legati al terrorismo proteggendola da attacchi DDoS. Prince ha detto a The Register che i contenuti ospitati sula sua rete non equivalgono ad un "endorsment".
I governi occidentali spesso chiedono ai giganti di Internet come Google, Facebook e Twitter di rimuovere il materiale estremista dai loro siti. E una volta rimossi, con altrettanta rapidità, i terroristi dell'ISIS creano nuovi account.
Secondo la portavoce di CloudFlare, Daniella Vallurupalli, la società è nella stessa posizione.
In una e-mail all'Epoch Times, ha detto che avevano più di un milione di clienti e chiudono quasi 5.000 nuovi siti registrati ogni giorno.
La rivelazione che i terroristi stanno usando gli stessi servizi web degli hacktivisti non è una sorpresa. I governi e le aziendeche stanno lavorandno per combattere la radicalizzazione online e la propaganda estremista hanno lasciato agli hacktivisti e ai terroristi poca scelta se non affrontarsi del deep web, in modo da poter operare e contrastarsi l'un l'altro nel profondo del cyberspazio.
In una e-mail all'Epoch Times, ha detto che avevano più di un milione di clienti e chiudono quasi 5.000 nuovi siti registrati ogni giorno.
La rivelazione che i terroristi stanno usando gli stessi servizi web degli hacktivisti non è una sorpresa. I governi e le aziendeche stanno lavorandno per combattere la radicalizzazione online e la propaganda estremista hanno lasciato agli hacktivisti e ai terroristi poca scelta se non affrontarsi del deep web, in modo da poter operare e contrastarsi l'un l'altro nel profondo del cyberspazio.