Aspettando un post di Saviano... il Pentagono costretto a pubblicare le foto delle torture sui prigionieri.
Il Pentagono è stato costretto a pubblicare circa 200 foto di detenuti vittime di torture e abusi nelle carceri statunitensi in Iraq, Afghanistan e (forse) Guantanamo. Si tratta di una grande vittoria dell'associazione American Civil Liberties Union, che ha comunque annunciato di volere note altre 1.800 immagini, che il Pentagono si ostina a mantenere segrete.
La maggior parte degli scatti mostrano lividi ed escoriazioni su corpi di prigionieri il cui volto è rimasto oscurato e provengono da indagini militari interne e sono relative al periodo subito successivo all’invasione dell’Iraq voluta da George W. Bush. Secondo quanto riporta il portavoce del Dipartimento della Difesa Usa, nei casi accertati di abusi, 65 militari sarebbero stati condannati con pene che vanno da lettere disciplinari alla prigione.
Le foto sono state pubblicate dopo una lunga battaglia legale condotta dall’American Civil Liberties Union (Aclu) iniziata nel 2004. In realtà l’associazione puntava a rendere pubbliche 2000 fotografie in possesso del Pentagono e, dopo questo primo passo, continuerà a spingere perché anche le restanti vengano diffuse.
Gli avvocati del Pentagono sostengono che la pubblicazioni di questo tipo di immagini può rappresentare un «grave rischio per la sicurezza nazionale» perché i terroristi potrebbero utilizzarle come forma di propaganda contro gli Stati Uniti. Chiaro le torture sono un rischio di propaganda per i terroristi per quel mondo che si crede libero e democratico. Un mondo che crediamo libero e democratico anche e soprattutto perché quelle persone che per qualunque strana ragione di questi tempi strani arrivano all'opinione pubblica – Saviano, Benigni e Fazio per non fare nomi – continueranno a non parlarne mai e far finta che i regimi sanguinari siano altri, tutti coloro che cercano una via indipendente e sovrana dai mostri responsabili di questi crimini.