L’ipotesi di un attentato contro l’aereo dell’Egypt Air. Manovre navali militari vicino al luogo della scomparsa
L’ipotesi di un missile lanciato dai terroristi è da scartare. L’ex direttore delle investigazioni sugli incidenti crede sia improbabile un incidente.
di Félix Flores - lavanguardia
L’ipotesi di un attentato contro l’aereo dell’Egypt Air, di Jean-Paul Troadec, ex direttore dell’ufficio d’investigazione e di analisi degli aerei civili (BEA) è stata trasmessa questa mattina dall’emittente francese Europe1. Secondo Troadec, “dobbiamo pensare alla possibilità di un attentato a bordo, una bomba o un kamikaze (…) si può anche pensare a un missile, come nel caso dell’aereo della Malesia Airlines nel luglio 2014, in Ucraina”.
“Se l’equipaggio non ha inviato un messaggio di allerta, significa che è stato un orrendo successo. Un incidente al motore o un problema tecnico non può causare un incidente istantaneo. In questo caso l’equipaggio non ha reagito, pertanto si può pensare a un attentato” ha affermato Jean-Paul Troadec.
La sparizione del segnale dal ricetrasmettitore di bordo prima e dallo schermo del radar poi, non hanno nulla a che fare con un possibile sequestro. Inoltre, il Mediterraneo orientale è una zona particolarmente monitorata, sia dagli aerei e dalle navi militari sia dai sistemi elettronici e satellitari. L’aereo non poteva perdersi così, di punto in bianco.
Sull’ipotesi di un missile segnalata da Jean-Paul Troadec si può pensare solo ad una possibilità, un proiettile a lungo raggio. La situazione di caos in Libia dalla guerra del 2011 ha fatto temere che missili portatili conosciuti come Manpad siano caduti in mano ai terroristi, dal momento che sistemi di questo tipo erano stati forniti ai ribelli libici a Bengasi.
Tuttavia, la portata massima di uno di questi missili, lanciati da una sola persona, non raggiunge i 7.000 metri. Nel caso del’aereo – che volava a quasi 12.000 metri ed era a più di 250 chilometri dalla costa africana- un impatto di questo tipo non sarebbe stato possibile.
Un missile di lunga gittata, come il BUK di fabbricazione russa a cui è stato attribuito l’abbattimento dell’aereo della Malesia Airlines, avrebbe potuto abbattere l’aereo. Il sistema BUK ha una gittata di 40 chilometri. Ma è molto probabile che alcuni terroristi dispongano di missili terra aria particolarmente voluminosi e che abbiano bisogno di una certa infrastruttura per il loro lancio.
Occorre ricordare che l’aereo russo abbattuto nel Sinai il 31 ottobre del 2015 ha subito un attentato con una bomba nascosta a bordo, anche se organi d’informazione vicini ai jihadisti hanno fatto correre la versione- con immagini manipolate- secondo cui era stato raggiunto da un missile.
In Egitto stava per consumarsi un disastro di questo tipo il 23 agosto del 2015, quando un aereo della compagnia britannica Thomson Airways diretto a Sharm el Sheik ha dovuto cambiare violentemente rotta per la presenza di un missile terra aria a soli 300 metri. L’esercito egiziano stava svolgendo alcune manovre nel Sinai.
Esattamente lunedì 17 maggio sono cominciate, vicino al luogo dove si crede sia caduto l’aereo egiziano, alcune manovre navali condotte dalla VI Flotta del Stati Uniti, con la partecipazione di Algeria, Croazia, Italia, Malta, Mauritania, Spagna, Tunisia e naturalmente la Grecia.
Il centro delle manovre Phoenix Express 2016 è la baia di Souda, nell’isola greca di Creta. E il presunto luogo del disastro, a sud dell’isola di Karpatos, si trova tra Creta e Rodi. Souda è la base del Centro di Addestramento delle Operazioni Marittime di Intercettazione della Nato. Le manovre, che si concluderanno il 27 maggio, hanno come obiettivo la lotta contro il traffico illegale, compreso quello delle armi, e parte degli esercizi consisteranno nelle pratiche di ricerca e di salvataggio.
Traduzione Stefania Russo per l'AntiDiplomatico