L'ascesa del "Movimento della Libertà": il fenomeno che i media americani evitano di raccontare
La storia di Cliven Bundy e la lotta contro la "tirannia del governo di Washington"
L'etichetta di "marginale", spiega Brandon Smith di alt-market.com, è comunemente utilizzata da statalisti, burocrati e loro complici al fine di emarginare coloro che lottano contro la corruzione del governo. La loro affermazione più comune è che la "maggioranza" sostiene con gioia la stabilità; e la maggioranza, naturalmente, ha sempre ragione.
Il "movimento della libertà", che raccoglie numerose organizzazioni e attivisti civili accomunati da un legame filosofico, è accusato di essere marginale da un bel po’ di tempo. Con i media mainstream dominati da poteri corporativi che da decenni appoggiano la macchina elitaria di Washington e un cartello bancario mondiale che paga il conto con denaro creato dal nulla, una tale accusa può sembrare "reale" per coloro che non sono informati.
Il punto è che sono le azioni concrete a dare luogo al riconoscimento di un fenomeno.
Tutti conoscono la storia del dibattito all'interno dell'antico governo romano sull'idea di costringere gli schiavi ad indossare dei bracciali distintivi in modo da poter essere più facilmente identificati tra la popolazione. L’idea è stata respinta quando i romani si sono resi conto che, nel momente in cui gli schiavi avessero avuto conferma visiva del loro numero e della loro forza, sarebbero stati incoraggiati a ribellarsi contro di loro.
Il movimento della libertà, prosegue Smith, ha appena vissuto uno dei suoi primi momenti significativi nella Contea di Clark, in Nevada.
La scorsa settimana, agenti del BLM (Bureau of Land Management) sono stati inviati a confiscare le mandrie di Cliven Bundy, allevatore del Nevada che dal 1993 si rifiuta di pagare al governo federale i diritti di pascolo per un vasto territorio pubblico attiguo al suo ranch, che la sua famiglia utilizza da generazioni, e che ora è stato inibito al pascolo per la protezione di una specie animale a rischio di estinzione.
Dopo aver radunato circa 400 capi di bestiame (sui 900 posseduti dalla famiglia Bundy), gli agenti federali di Washington si sono trovati a fronteggiare centinaia di manifestanti e combattenti della libertà armati di pistole e fucili, intervenuti per combattere la «tirannia del governo di Washington».
Questo evento rivela che:
1. Il "Movimento della libertà" non ha paura battersi per la giusta causa - anche se questo significa affrontare agenti del governo armati.
2. Il Movimento ha la capacità di mettere in campo un team di risposta o addirittura un esercito in tutto il paese in qualsiasi momento entro un paio di giorni.
3. Il Movimento ha la capacità di cambiare il corso degli eventi, fino al punto di obbligare agenti federali ad abbandonare una regione se agiscono in maniera incostituzionale.
4. Il governo federale non è invincibile, ed è turbate dall’opposizione del movimento della libertà di opposizione.
Il timore, spiega Smith, è che l'episodio di Bundy verrà filtrato dalle agenzie di stampa e dal governo fino a renderlo irriconoscibile. La stampa e il governo dosterranno che gli agenti della BLM si sono ritirati solo per non mettere in pericolo le persone, che i manifestanti erano gli aggressori e gli agenti stavano solo cercando di fare il loro lavoro. Giocheranno la carta della razza, sostenendo che se Bundy fosse stato nero, il movimento non sarebbe mai intervenuto. Sosterranno la tesi della legalità dell’operazione e dipingeranno Bundy come un "parassita" che rifiuta di pagare le tasse a discapito del popolo americano.
Quello che non sembrano capire, però, è che al movimento della libertà non importa ciò che il governo federale ritiene "legale" o "illegale." L’ unico interesse è quello che è costituzionale e ciò che è morale.