Prosegue la battaglia legale e civile delle comunità devastate dal comportamento della società petrolifera
La contaminazione tossica della Chevron nella foresta amazzonica ecuadoriana costituisce un attacco alla popolazione civile e, come tale, questo crimine deve essere oggetto di inchiesta da parte del Tribunale penale internazionale. A portare avanti la battaglia, riporta
ilcambiamento.it, sono le comunità indigene che hanno subito sulla loro pelle la devastazione e l’inquinamento provocato dalla società petrolifera americana. “Nel contesto della legge sui crimini internazionali, la decisione presa dal Ceo di Chevron, John Watson, ha deliberatamente mantenuto e alimentato l’inquinamento ambientale che minaccia la vita delle persone della regione orientale dell’Ecuador” afferma la requisitoria inoltrata al Tribunale internazionale dal procuratore capo Fatou Bensouda nei giorni scorsi in rappresentanza di decine di migliaia di persone di 80 diverse comunità.
Nel 2011 questi villaggi avevano già ottenuto una vittoria davanti alla corte dell’Ecuador contro la Texaco (acquisita dalla Chevron nel 2001) per l’inquinamento tossico provocato nel lago Agrio. L’anno scorso, il Tribunale nazionale ecuadoriano ha confermato il verdetto ma ha dimezzato la multa portandola da 18 miliardi di dollari a 9,5. La Chevron si è ripetutamente rifiutata di pagare quei 9,5 miliardi e ha anche provveduto a smobilitare diverse sedi in Ecuador per sottrarsi alle rivendicazioni di pagamento. I reclamanti definiscono questa condotta «attacchi collaterali multipli contro la sentenza e gli avvocati che rappresentano i villaggi colpiti». Dopo anni di battaglie legali, le comunità non hanno avuto ancora nessun risarcimento. «Le condizioni di salute oggi delle comunità agricole e indigene delle zone orientali sono pesanti» sostiene il procuratore. «I danni, che sono stati documentati e confermati da innumerevoli ispezioni, hanno conseguenze gravi, l’acqua è contaminata, aumentano i casi di cancro, si riducono gruppi etnici, certi villaggi vengono abbandonati oltre a molto altro che viene qui descritto» aggiunge il procuratore nella sua requisitoria.
La richiesta è quella di ritenere questi danni sistematici come crimini contro l’umanità. «È sconcertante vedere che malgrado siano stati utilizzati tutti gli strumenti giuridici possibili, per la Chevron, società petrolifera americana dai profitti miliardari, ci sia ancora sostanziale impunità; tutto ciò sebbene siano evidenti i crimini commessi contro popolazioni vulnerabili» ha detto Pablo Fajardo, avvocato portavoce delle comunità impattate.
Fonte: ilcambiamento.it