"Come Bill Gates e i suoi partner hanno controllato la risposta alla pandemia" - Inchiesta di Politico e Die Welt

L’autorevole mensile Politico e Die Welt, attraverso un’inchiesta approfondita di qua e di là dell’Atlantico, hanno scoperto l’acqua calda, cioè che a gestire l’emergenza pandemica a livello globale è stato Bill Gates e i suoi compagni di merende (titolo dell’articolo: “Come Bill Gates e i suoi partner hanno usato il loro potere per controllare la risposta globale al Covid, con scarsa supervisione”).

La pandemia, si legge nel reportage, ha colto il mondo di sorpresa, e “mentre le nazioni più potenti si occupavano di quanto stava accadendo al loro interno, quattro organizzazioni sanitarie globali non governative hanno iniziato a fare piani per una lotta per la vita o la morte contro un virus che non avrebbe conosciuto confini”.

Le quattro sorelle della beneficenza

“Quello che è seguito è stato un passaggio di potere costante, quasi inesorabile, dai governi sopraffatti a un gruppo di organizzazioni non governative, secondo un’indagine durata sette mesi svolta da giornalisti di POLITICO – pubblicato negli Stati Uniti e in Europa – e del quotidiano tedesco WELT. Armate di esperienza, sostenute da contatti ai più alti livelli delle nazioni occidentali e forti di relazioni ben consolidate con i produttori di farmaci, le quattro organizzazioni hanno spesso assunto ruoli propri dei governi, ma senza avere la responsabilità dei governi”.

“Le quattro organizzazioni avevano lavorato insieme in passato e tre di loro condividevano una storia comune. La più grande e potente era la Bill & Melinda Gates Foundation, una delle più grandi filantropie del mondo. Poi c’era Gavi, l’organizzazione globale per i vaccini che Gates ha contribuito a fondare, nata per vaccinare le persone dei Paesi a basso reddito, e il Wellcome Trust, una fondazione di ricerca britannica con una dotazione multimiliardaria che aveva lavorato con la Gates Foundation negli anni precedenti. Infine, c’era la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, o CEPI, il gruppo internazionale di ricerca e sviluppo di vaccini che Gates e Wellcome hanno contribuito a creare nel 2017”.

Ci sembra più che sufficiente. Chi vuole, può leggere l’inchiesta integrale al link succitato. Citiamo tale articolo non solo perché palesa un particolare non secondario di quanto avvenuto nel passato, le cui criticità sono più che evidenti – anzitutto l’irresponsabilità dei gestori della crisi -, ma anche per un altro recente articolo, la cui lettura ci ha prodotto un effetto inquietante.


Giocare con il fuoco

Riportiamo uno studio prodotto della Boston University pubblicato su Biorxiv, una rivista supportata dalla Chan Zukerberg Initiative, istituzione nata nel 2015 che, come declina il sito ufficiale, ha lo scopo di “eradicare le malattie e migliorare l’istruzione, fino ad affrontare i bisogni delle nostre comunità locali. La nostra missione è costruire un futuro più inclusivo, giusto e sano per tutti”.

Così l’abstract dello studio che ha attirato il nostro interesse: “La variante SARS-CoV-2 Omicron (BA.1) recentemente identificata e predominante a livello globale è molto trasmissibile, anche in persone completamente vaccinate, e provoca una malattia attenuata rispetto alle principali varianti virali finora identificate. La proteina Omicron spike (S), che presenta un numero insolitamente elevato di mutazioni, è considerata il principale driver di questi fenotipi. Abbiamo generato un SARS-CoV-2 ricombinante chimerico che codifica il gene S di Omicron all’interno di un SARS-CoV-2 primitivo e abbiamo confrontato questo virus con la variante di Omicron che sta circolando in natura”.

“Il virus Omicron S sfugge completamente all’immunità indotta dal vaccino, soprattutto a causa delle mutazioni indotte nel recettore” e si replica in cellule che la Omicron non aggredisce. Nei topi modificati per testare più efficacemente gli effetti dei virus sugli uomini, identificati come K18-hACE2, “mentre la Omicron causa un’infezione lieve e non fatale, il virus portatore di Omicron S causa una malattia grave con un tasso di mortalità dell’80%”.

Poco da aggiungere se non che a giocare con i virus chimera si rischia di combinare disastri. Forse sarebbe il caso che i paraguru di internet si limitassero a fare il loro mestiere, evitando di cimentarsi, da apprendisti stregoni, alla salute del mondo. Hanno già procurato fin troppi danni.

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