L’ambasciata cinese in Argentina ha accusato gli Stati Uniti di “ingerenza” nelle relazioni bilaterali tra Pechino e Buenos Aires, definendo le critiche statunitensi all’accordo di swap valutario tra i due paesi come un esempio di “luoghi comuni, pregiudizi e manipolazioni tipiche della Dottrina Monroe”. La reazione arriva dopo le dichiarazioni di Mauricio Claver-Carone, inviato speciale USA per l’America Latina, che durante un evento al Miami Dade College aveva auspicato la fine della linea di credito concessa dalla Cina all’Argentina, citata dal quotidiano argentino 'La Nación'.
????????La Embajada de China rechaza la intromisión de EE.UU. en el swap de monedas con Argentina pic.twitter.com/WPZ89G4xFb
— Embajada de China en Argentina (@ChinaEmbArg) May 16, 2025
In un comunicato, la rappresentanza diplomatica cinese ha giudicato “inaccettabile” la pressione di Washington sugli altri paesi per allinearsi agli “ordini della Casa Bianca”, sottolineando come tale approccio “non difenda la libertà che sostengono di promuovere, ma li privi ulteriormente di autonomia”. L’ambasciata ha ribadito che l’accordo di swap è frutto di una “cooperazione vantaggiosa per entrambi”, decisa in modo “autonomo da due nazioni sovrane”, aggiungendo che “gli Stati Uniti non hanno il diritto di giudicarlo o puntare il dito”.
La chiusura del testo, “Addio, Carone!”, allude con ironia all’imminente abbandono dell’incarico da parte di Claver-Carone, segnando un epilogo sarcastico alla controversia.
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