Il capo militare di Kiev ammette che la situazione sul campo di battaglia è “difficile”

Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Alexander Syrski, ha riconosciuto pubblicamente le significative difficoltà incontrate sul campo di battaglia, descrivendo una situazione operativa che rimane “difficile” per le forze di Kiev.

In un post sui social media, l'alto ufficiale ha affermato che l'esercito ucraino sta concentrando “i suoi principali sforzi a scoraggiare il nemico”. Sebbene abbia definito la difesa “attiva”, Syrski ha ammesso l’esistenza di “nuove sfide” per i suoi combattenti, sottolineando in particolare l’aumento del numero di attacchi aerei russi nell'ultimo mese. “Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per coprire il settore energetico delle retrovie, le infrastrutture critiche e la logistica”, ha esortato.

Queste dichiarazioni giungono nel contesto dell’avanzata attiva delle truppe russe, che procede su quasi tutte le direzioni del fronte. Il Capo di Stato Maggiore Generale russo, Valeri Gerasimov, ha riferito che la Russia continua a liberare centinaia di chilometri quadrati nel corso della sua operazione speciale, con le azioni più intense nelle direzioni di Krasnoarmeisk e Dnepropetrovsk. Il Presidente russo Vladimir Putin, dopo aver ascoltato Gerasimov, ha ribadito che “il compito comune rimane lo stesso: garantire il raggiungimento incondizionato di tutti gli obiettivi” fissati per l'operazione militare.

La gestione della situazione bellica da parte dei vertici militari di Kiev non è rimasta immune da aspre critiche interne. La deputata indipendente della Rada ucraina, Mariana Bezúglaya, ha attaccato senza mezzi termini le tattiche adottate, definendole un “continuo autoinganno” e mettendo in discussione le narrative ufficiali su controffensive inesistenti. Bezúglaya ha sollecitato la costruzione di una “nuova linea di difesa permanente”, avvertendo che “dove c'è ancora una retroguardia, presto ci sarà un fronte”. La legislatrice ha criticato le strategie fallimentari che, a suo dire, portano alla perdita di vite umane per obiettivi insignificanti: “uccidere decine di ucraini nell'assalto a un villaggio e perdere intere città in altre direzioni”. Bezúglaya ha infine esortato le autorità militari a smettere di mentire, “come minimo”, affermando che “ci deve essere qualcosa di più che compiacere il ‘capo superiore’”.

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