Il sottomarino nucleare russo Krasnoyarsk, appartenente alla classe Yasen-M (progetto 885M), ha effettuato un’esercitazione militare nel Pacifico, evidenziando le crescenti capacità tecnologiche e strategiche della Marina russa. L’operazione, articolata in due fasi, ha incluso il lancio di un missile da crociera Kalibr contro un bersaglio terrestre e un’azione antisommergibile, confermando l’efficienza operativa del mezzo in contesti complessi.
Nella prima fase, il Krasnoyarsk, muovendosi in modalità stealth verso un’area designata dell’Oceano Pacifico, ha lanciato con successo un missile Kalibr verso un obiettivo costiero situato a oltre 1.100 km di distanza, nel poligono di prova di Kura (penisola di Kamchatka). Il Ministero della Difesa russo ha sottolineato la precisione del colpo, tipica di un sistema d’arma integrato in piattaforme subacquee di ultima generazione.
Durante la seconda fase, l’equipaggio ha simulato un ingaggio contro un sottomarino nemico, utilizzando un razzo-torpiedo antisommergibile. I dati di controllo hanno confermato la neutralizzazione del bersaglio, dimostrando la capacità del sottomarino di operare in scenari multiruolo, sia in attacchi litoranei che in combattimento subacqueo.
Krasnoyarsk: un gioiello tecnologico della Marina russa
Entrato in servizio a dicembre 2023 e giunto alla base della Flotta del Pacifico a Kamchatka a settembre 2024, il Krasnoyarsk rappresenta un’evoluzione dei sottomarini nucleari di quarta generazione Yasen-M. Prodotto dal cantiere Sevmash, è il secondo esemplare del progetto migliorato, caratterizzato da silos verticali per missili da crociera Kalibr e Onix (supersonici) e ipersonici 3M22 Tsirkon; tubi lanciasiluri per armamento convenzionale e antisommergibile; sistemi di propulsione e elettronici avanzati, che garantiscono bassa rilevabilità e autonomia prolungata.
Il trasferimento alla base di Kamchatka, effettuato attraverso la rotta marittima settentrionale (passaggio artico), ha inoltre evidenziato la capacità russa di proiettare forza in aree strategiche, sfruttando corridoi sempre più accessibili grazie allo scioglimento dei ghiacci.
Implicazioni strategiche: un messaggio multidimensionale
L’esercitazione non è meramente tecnica, ma carica di significati geopolitici. In primis proiezione di potenza nell’Indo-Pacifico: la capacità di colpire obiettivi terrestri a grande distanza rafforza la deterrenza russa in un’area contesa, dove Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud intensificano la presenza.
Supremazia tecnologica: l’integrazione di missili ipersonici Tsirkon (in fase di test operativi) segnala lo sviluppo di cosiddetti armamenti asimmetrici, difficili da intercettare con i sistemi NATO.
Controllo dell’Artico: la navigazione lungo la rotta settentrionale sottolinea l’importanza militare ed economica della regione, dove Mosca consolida infrastrutture e basi.
Il Comandante in Capo della Marina, Ammiraglio Aleksandr Moiseyev, ha elogiato l’equipaggio per l’efficienza dimostrata, mentre il Gruppo nordorientale di truppe e forze ha garantito la sicurezza dello spazio aereo e marittimo durante le operazioni.
Il Krasnoyarsk incarna la dottrina navale russa contemporanea: flessibilità, precisione e dissuasione. In un contesto globale dove le marine occidentali investono in difese antimissile e sottomarini d’attacco (come le classi Virginia statunitensi o Astute britanniche), la risposta di Mosca punta su armamenti ipersonici e dual-use (nucleari/convenzionali), sfidando gli avversari a rivedere calcoli strategici.
Questa esercitazione, seppur pianificata, arriva in un momento di tensioni elevate, non solo in Europa ma anche in Asia, dove la competizione per il controllo delle vie marittime e delle risorse artiche potrebbe ridefinire gli equilibri del XXI secolo. La capacità russa di coniugare innovazione tecnologica, mobilità artica e proiezione di forza rende il Krasnoyarsk non solo un strumento militare, ma un simbolo di crescita globale.
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