di Giulio Di Donato
La bella piazza di oggi, quanto a numeri, mi ricorda quella del 15 ottobre 2011.
Con una differenza: allora si inscriveva in una logica che scompaginava il quadro politico, mentre oggi mi pare incistata nella logica bipolare tradizionale.
Certo, né allora né oggi si trattava di piazze “costituenti”. Il Movimento 5 Stelle, che pure esprimeva una rottura degli equilibri consolidati, nacque seguendo altre vie, a partire dalla forza della leadership di Grillo.
Quella piazza, per quanto avesse una connotazione politica più spiccata e definita, non fu in ogni caso costituente anche perché di lì a poco arrivò la restaurazione montiana.
E oggi? Questa piazza si limiterà a consolidare – e forse, in parte, a rigenerare – la configurazione attuale, tristemente ingessata tra bipolarismo e astensionismo?
Se però il prossimo passo sarà un’opposizione senza tregua alle politiche di riarmo promosse dalla tecnocrazia europea, capace di attraversare trasversalmente la società, allora il rischio di risucchio bipolare potrà dirsi meno scontato.
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