25 aprile, il fascismo più pericoloso oggi si chiama imperialismo. Opprime i popoli, bombarda e massacra i diritti sociali.

25 aprile, il fascismo più pericoloso oggi si chiama imperialismo. Opprime i popoli, bombarda e massacra i diritti sociali.

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di Omar Minniti 
 

L'Italia di oggi non è quella per cui hanno combattuto i nostri partigiani, soprattutto quelli comunisti e socialisti. Il fascismo di questa epoca si chiama imperialismo. Un mostro che, coperto dalla foglia di fico del pensiero politicamente corretto liberale, opprime i popoli, bombarda e massacra i diritti sociali. L'unico modo per tenere vivi i valori della Resistenza è lottare per una Patria socialista, indipendente, sovrana e parte di un mondo multipolare e pacifico. Io celebro così il 25 Aprile.

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Sinistrati ed "antifà" della domenica dicono che in Italia non si può essere patrioti di sinistra, perché l'Italia è un paese capitalista che fa parte del blocco imperialista. Chi sostiene questo oggi festeggia il 25 Aprile, urlando "Ora e sempre Resistenza", omettendo però di dire che la Lotta di Liberazione fu principalmente patriottica. I partigiani parlavano di Patria, nonostante questa parola venisse abusata dallo stesso regime fascista e quest'ultimo fosse corresponsabile di avventure imperialiste e colonialiste accanto al padrone nazista tedesco. 

Erano patriottici, di nome e di fatto, i GAP di Giovanni Pesce, così come le SAP che organizzavano le azioni di sabotaggio. Lo stesso organo di stampa dell'Anpi si chiama tutt'oggi "Patria indipendente". 
Subito dopo la fine della guerra, la rivista teorica e culturale del PCI "Rinascita", scrisse: "Il comunismo non contrappone, ma accorda e unisce il patriottismo e l'internazionalismo proletario poiché l'uno e l'altro si fondano sul rispetto dei diritti, delle libertà, dell'indipendenza dei singoli popoli. E' ridicolo pensare che la classe operaia possa staccarsi, scindersi dalla nazione. La classe operaia moderna è il nerbo delle nazioni, non solo per il suo numero, ma per la sua funzione economica e politica. (...) I comunisti, che sono il partito della classe operaia, non possono dunque staccarsi dalla loro nazione se non vogliono troncare le loro radici vitali. Il cosmopolitismo è una ideologia del tutto estranea alla classe operaia. Esso è invece l'ideologia caratteristica degli uomini della banca internazionale, dei cartelli e dei trusts internazionali, dei grandi speculatori di borsa e dei fabbricanti di armi. Costoro sono i patrioti del loro portafoglio. Essi non soltanto vendono, ma si vendono volentieri al migliore offerente tra gli imperialisti stranieri".
Parole oggi più attuali che mai.

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