Appello del FPLP e Jihad islamica per porre fine alle divisioni e ristabilire l'unità dei palestinesi
Un comunicato congiunto delle due organizzazioni invita a superare le divisioni per rafforzare l'unità dei palestinesi.
Il Movimento della Jihad islamica della Palestina e il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) durante un incontro hanno discusso congiuntamente gli sviluppi politici, i rischi e le sfide che incombono sulla causa palestinese.
Entrambe le organizzazioni hanno rilasciato la seguente dichiarazione congiunta pubblicata dal canale satellitare libanese Al Mayadeen:
- In primo luogo, la questione della Palestina si trova ad affrontare sfide storiche ed esposto a gravi rischi senza precedenti dal 1948, per liquidare completamente tramite la "affare del secolo" orchestrata dal governo degli Stati Uniti e il sionismo, specialmente dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, su Gerusalemme e la legge del nazionalismo razziale, approvata dalla Knesset. Essa cerca di negare l'esistenza del popolo palestinese e rafforzare la politica degli insediamenti e il blocco di Gaza, oltre alla giudaizzazione della Cisgiordania e di Gerusalemme e spostare i palestinesi della Diaspora e la liquidazione del diritto al ritorno dei profughi palestinesi e imporre piani contro il nostro popolo.
- Secondo: nonostante tutti questi rischi, la divisione palestinese esiste da oltre un decennio. Tutti i tentativi e gli sforzi per porre fine alla divisione hanno avuto successo, quindi, il Fronte Popolare e la Jihad islamica affermano la necessità di dare la massima priorità per porre fine alla divisione e ricostruire l'unità palestinese per motivi politici e strutture organizzative, basate sul principio di associazione e la leadership collettiva della lotta nazionale palestinese.
- Terzo: Le due parti hanno confermato la necessità di effettuare un appello per creare un consiglio nazionale palestinese globale e unificante dentro e fuori la patria occupata, in base allo svolgimento di elezioni libere ed eque per scegliere i membri del Consiglio Nazionale in rappresentanza di tutte le forze politiche, sociali e figure nazionali del popolo palestinese, oltre a preservare l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), come un successo nazionale e di un quadro politico e giuridico, nonché un fronte nazionale ampio che rappresenta il popolo palestinese in tutti i luoghi. Sviluppare un programma politico dell'organizzazione basato sull'opzione della resistenza in tutte le sue forme e sviluppare una visione strategica politica globale per la ricostruzione del movimento nazionale palestinese. Restituire la causa palestinese alla sua vera posizione come causa centrale del nostro popolo e della nostra nazione. Entrambe le parti confermano la richiesta di annullare gli accordi di Oslo e il ritiro del riconoscimento dell'entità sionista e porre fine al coordinamento della sicurezza con l'occupazione.
- Quarto: le due parti confermano di combattere "l'accordo del secolo". Confermano che questo accordo sarà destinato al fallimento a causa della fermezza della popolazione, che dovrà affrontare il piano coloniale guidato dall'amministrazione statunitense e in coordinamento con l'entità sionista.
- Quinto: La conferma di continuare la 'Marcia per il ritorno' nella Striscia di Gaza e la continuazione del movimento popolare in Cisgiordania e Gerusalemme nelle nostre terre occupate dal 1948. Le due parti richiedono un confronto su larga scala nei territori palestinesi occupato.
- Sesto: entrambe le parti chiedono la fine delle misure punitive contro la striscia di Gaza.
- Settimo: le due parti concordano sul pieno coordinamento tra i due movimenti e approfondiscono la cooperazione a tutti i livelli e gli orizzonti per affrontare le grandi sfide e i pericoli che incombono sulla causa palestinese.