Arabia Saudita promuove risoluzione ONU contro la Siria. Damasco: "Riad è l'ultima a poter parlare di diritti umani"
La Siria denuncia il doppio standard dell'Arabia Saudita sui diritti umani e i suoi tentativi di politicizzare la questione per raggiungere i suoi obiettivi.
"L'Arabia Saudita non ha i requisiti minimi di rispetto per la Carta delle Nazioni Unite e per le norme del diritto internazionale sui diritti umani", ha lamentato ieri il rappresentante siriano alle Nazioni Unite, Bashar al-Jaafari.
In dichiarazioni rese alla Terza Commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA), Al-Jaafari ha respinto una risoluzione da parte del regime saudita sulla situazione dei diritti umani in Siria, definendola una misura per coprire i loro crimini nello Yemen.
"Nessuno ignora il fatto che i governanti sauditi abbiano commesso crimini di guerra e crimini contro i diritti umani dei civili yemeniti, ucciso migliaia di bambini e donne e distrutto le infrastrutture del paese", ha ricordato.
Il diplomatico siriano ha anche sottolineato che la risoluzione saudita "manca di trasparenza", poiché si basa su "due pesi e due misure" al fine di politicizzare i meccanismi che governano i diritti umani.
"Il progetto di risoluzione dimostra l'ostilità intrinseca delle autorità saudite per la Siria e rappresenta anche l'espressione palese di doppi standard e politicizzazione dei meccanismi che regolano i diritti umani da parte di alcuni Stati membri per servire le loro agende politiche per attaccare la Repubblica araba siriana", ha aggiunto.
Al-Jaafari ha ribadito che la Siria ha partecipato attivamente alla creazione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani (UNHRC) e ha rispettato pienamente le sue regole, mentre l'Arabia Saudita non è riuscito a rispettare le leggi internazionali in materia. "Riad è l'ultimo che può parlare di diritti umani", ha concluso.