Bielorussia, esperto di questioni militari denuncia che è in atto un tentativo di rivoluzione colorata
Il tentativo di rivoluzione colorata in Bielorussia ha ormai avuto il sopravvento sulle proteste pacifiche. Anzi, a ben vedere questo era in marcia già da prima delle elezioni presidenziali che hanno sancito la riconferma del presidente uscente Lukashenko.
A dichiararlo è l’esperto indipendente di affari militari, dottore in scienze militari e membro dell'Accademia delle scienze russa Aleksandr Pavlovsky, ai microfoni del canale ONT TV, come riporta l’agenzia BelTa.
“Credo che prima delle proteste pacifiche sia intervenuto un tentativo di rivoluzione colorata. Era iniziato prima della fine delle elezioni. Le persone si stavano già comportando in modo aggressivo. È ovvio che c'è un programma, ci sono burattinai che avevano pianificato e organizzato tutto prima delle elezioni”, ha indicato Aleksandr Pavlovsky.
Nelle sue parole, una rivoluzione colorata è solitamente seguita da una guerra civile e successivamente da un intervento esterno. “Vediamo che alcuni rappresentanti degli Stati occidentali (Polonia) e degli USA si sono fatti avanti con le loro offerte per colloqui di intermediazione, anche se non glielo abbiamo chiesto. Ci sono persone dalla Russia, dall'Ucraina, dalla Polonia e da altri Stati che sono venuti qui per prendere parte alle azioni di strada. Tutto questo viene fatto per avere un impatto sul nostro Paese. Tuttavia, abbiamo una società normale che ha la propria opinione, cultura, posizione; possiamo trovare una soluzione per risolvere pacificamente le proteste", ritiene l'esperto.
Il direttore del Center for Strategic and Foreign Policy Studies Denis Bukonkin condivide questo punto di vista. “Una protesta pacifica è un diritto sancito dalla Costituzione della Bielorussia. Tuttavia, costruire barricate, lanciare molotov nelle sedi delle autorità pubbliche, provocare scontri: questa non è una protesta pacifica, ma un approccio per mostrare disaccordo. È ovvio che queste persone hanno l'esperienza necessaria a giudicare dalla velocità con cui sono riusciti a costruire barricate e trovare dispositivi pirotecnici. Questa è certamente una protesta non pacifica”, ha concluso l'esperto.