Brasile, imprese vicine a Bolsonaro finanziano la diffusione di fake news su WhatsApp contro il PT
Dopo il caso delle 35 fake news contro i candidati della sinistra veicolate ad arte da Bolsonaro, stoppate dal Tribunale elettorale del Brasile, adesso emerge una campagna orchestrata tramite il servizio di messaggeria WhatsApp
Dietro l’inaspettato exploit del fascio-liberista Jair Bolsonaro vi sarebbe anche una ben studiata campagna propagandistica. Ovviamente basata sulle fake news contro Haddad, Manuela D’Avila (candidata alla vicepresidenza), Lula, e il PT.
Dopo il caso delle 35 fake news contro i candidati della sinistra veicolate ad arte da Bolsonaro, stoppate dal Tribunale elettorale del Brasile, adesso emerge una campagna orchestrata tramite il servizio di messaggeria WhatsApp.
Diverse aziende sostenitrici della candidatura del novello Pinochet brasiliano del Partido Social Liberal (PSL), hanno finanziato l’acquisto di un servizio WhatsApp chiamato Massively necessario per inviare una massa di messaggi contro il Partito dei Lavoratori (PT), la formazione politica che sostiene Fernando Haddad nella corsa per la presidenza del paese sudamericano.
La fornitura di questo tipo di servizi, necessari per costruire una campagna diffamatoria, è illegale in conformità con la legislazione elettorale brasiliana perché è considerato un finanziamento non dichiarato. Il regolamento elettorale del paese sudamericano è chiaro e proibisce qualsiasi sponsorizzazione delle campagne elettorali da parte delle aziende, evidenzia l’emittente teleSUR.
La prensa local reveló empresas ligadas a Bolsonaro que financian ilegalmente la diseminación de mentiras contra el PT. Solo 4 de las 50 imágenes más replicadas en whatsapp son verdaderas. 6/10 electores de Bolsonaro se informan allí. Él se niega a los debates en TV. Democracia? pic.twitter.com/lhmJsiyCGb
— Nacho Lemus (@LemusteleSUR) 18 ottobre 2018
Il piano diffamatorio viene poi concretizzato attraverso l’acquisto di database da agenzie di strategia digitale, operazione anch’essa espressamente vietata dal codice elettorale brasiliano.
I media brasiliani hanno reso noto l’identità delle aziende coinvolte nell’operazione diffamatoria contro Haddad e il PT: si tratta dei grandi magazzini Havan, Quickmobile, Yacows, Croc Services e SMS Market.
I contratti stipulati da queste aziende raggiungono 12 milioni di reales, circa 3,2 milioni di dollari.