Cardinal Pizzaballa sul raid alla Chiesa di Gaza: "Dicono sia un errore. Anche se tutti qui credono che non sia così"
In un'intervista al Corriere, il cardinale Patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, commenta l'attacco israeliano contro la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. «Siamo molto preoccupati per i feriti, ce ne sono ancora alcuni gravi e gli ospedali non possono fare molto», dice. Prima di lanciare un appello: «È ora di fermare questa guerra che è sempre stata assurda e ora è ancora più insensata. Oggi hanno colpito i cristiani, ma ogni giorno muoiono ancora decine di persone nella Striscia», ha proseguito.
Un luogo sacro, divenuto punto di riferimento per i civili in cerca di cibo, acqua, riparo dalle bombe. In 500 vivevano all’interno. "Loro dicono che è stato un errore. Anche se tutti qui credono che non sia così", ha commentato il Cardinale che ha sottolineato come sia difficile pensarlo dato che l'attacco non è venuto dall'alto ma "sembra che abbiano colpito via terra con un tank".
Dal Corriere della Sera
Pensate che l’attacco alla Sacra Famiglia sia stato un avvertimento? Un invito, brutale, a lasciare Gaza?
«Non lo so. Non amo le dietrologie. È un fatto che è accaduto. Noi continueremo ancora a occuparci della situazione drammatica della gente. A portare gli aiuti necessari al sostentamento».
Non avete pensato neanche un istante: è ora di andar via?
«Assolutamente no. Noi rimaniamo. Qualsiasi cosa accada».
Come è cambiata la situazione dall’inizio dell’occupazione israeliana della Striscia di Gaza?
«La situazione è peggiorata molto».
Sotto quale aspetto?
«Sia dal punto di vista del conflitto militare che della distruzione delle case e delle cose. Ma soprattutto per via della fame. Ce n’è tanta. Mancano gli ospedali. C’è anche poca acqua».
Ha sentito Papa Leone XIV?
«L’ho informato stamattina. Abbiamo informato tutti».
In diversi interventi papa Leone XIV ha invitato a intensificare gli sforzi per la pace. Cosa si può fare per raggiungerla?
«Smettere. Far cessare le armi. Ma non vedo questo. Le guerre è facile iniziarle ma è difficile concluderle. In ogni caso a far finire le guerre non sarà una soluzione militare. Serve una decisione politica. I leader alzino la voce».
La comunità internazionale cosa può fare per fermare questo massacro quotidiano di innocenti?
«Cercare di andare oltre le dichiarazioni. Questo stillicidio continuo non è umanamente e moralmente più sostenibile».