"Contractor italiano torturato in Siria". Quello che non torna sulla storia del Corriere
Probabilmente, una pugnalata contro l’attuale ministro degli Esteri e contro Conte (fino due settimane fa con delega ai servizi di Sicurezza) la pubblicazione sul Corriere della Sera dell’articolo «Io, contractor rapito e torturato in Siria… » Che racconta l’inverosimile storia dell’italiano Max Aderman, 47 anni, di Vicenza, già nella Folgore e poi nella Legione Straniera e ora, “titolare di una società di security operativa in Africa” che arrivato in Siria per “turismo” il 28 Settembre 2020, il 2 gennaio 2021 sarebbe stato arrestato e torturato per undici giorni dai servizi segreti siriani per costringerlo a rivelare «informazioni sulla sicurezza in Israele». Disavventura a lieto fine, visto che Aderman - riuscito non si sa come a corrompere una guardia - avrebbe avvertito le autorità consolari italiane a Beirut che sono riuscite, in due giorni, a farlo liberare e, il 15 gennaio, a farlo tornare in Italia.
Fuori discussione che Aderman stesse in Siria per compiti molto più loschi e persino il Corriere si interroga sulla credibilità della sua storia. Resta comunque da domandarsi perché mai Aderman si sia recato alle Procure di Vicenza e di Roma per presentare una denuncia, utile solo a rendere nota la sua storia.
Storia che, a pensarci bene, fa a pezzi la credibilità di un ministero degli Esteri ridottosi a spendersi per tirare fuori quello che appare essere un mercenario al soldo di chissà chi. E, se così non fosse, dei nostri servizi di Sicurezza che permettono ad un loro agente di mettere in piazza una storia così torbida.