Critiche a Microsoft per il finanziamento dello spionaggio israeliano ai danni dei palestinesi
Microsoft ha investito in AnyVision, una società israeliana che "spia" i palestinesi nei territori occupati, denunciano gli attivisti.
L'israeliana AnyVision, una società specializzata in sistemi di sorveglianza e riconoscimento facciale, ha una tecnologia che consente di scansionare i volti continuamente 24 ore al giorno e identificare e tracciare automaticamente le persone in mezzo alla folla con una certezza del 99%.
La rivista statunitense Forbes analizza l'ipotesi che questa tecnologia venga utilizzata per spiare i palestinesi residenti nella Cisgiordania occupata, in particolare.
Gli attivisti criticano la società americana Microsoft per aver dato "impulso alla controversa tecnologia", sebbene la società si presenti anche come "la più progressista e trasparente" nel campo del riconoscimento facciale di fronte ai suoi rivali Amazon e Google, tra gli altri nel settore.
A questo proposito, Shankar Narayan, direttore del Technology and Freedom Project dell'American Civil Liberties Union (ACLU), ha ricordato un incontro tenuto con i rappresentanti di Microsoft a Seattle, in cui entrambe le parti, apparentemente, hanno concordato sull'importanza di non diffondere la tecnologia del viso. Tuttavia, non hanno mantenuto queste promesse, ha lamentato.
"C'è un divario dimostrabile tra le sue azioni e le sue parole nel caso delle più grandi società tecnologiche e di Microsoft in particolare", ha denunciato Narayan, che ha anche affermato che l'investimento nella società israeliana non lo ha sorpreso molto.
Microsoft ha rifiutato di commentare il rapporto, tuttavia AnyVision ha rilasciato una dichiarazione poco dopo spiegando che funziona con molte entità civili e non civili in qualsiasi parte del mondo.
“Siamo profondamente consapevoli dei vantaggi che la tecnologia di riconoscimento facciale offre alla società. Allo stesso modo, riconosciamo che una tecnologia così potente può essere utilizzata in modo errato se è nelle mani sbagliate”, si legge nella dichiarazione raccolta anche dai media statunitensi.
Israele non solo acquisisce dispositivi e tecnologie di spionaggio, ma li vende a diversi paesi come Bahrein, Indonesia, Angola, Mozambico, Repubblica Dominicana, Azerbaigian, Swaziland, Botswana, Bangladesh, El Salvador, Panama, Nicaragua, Malesia, Vietnam, Messico, Uzbekistan, Kazakistan, Etiopia, Sudan del Sud, Honduras, Trinidad e Tobago, Perù, Colombia, Uganda, Nigeria, Ecuador e Emirati Arabi Uniti (EAU).
Il quotidiano americano The New York Times nel 2017 pubblicò un articolo nel quale si riferiva che il governo messicano aveva anche acquisito il programma israeliano Pegasus per spiare giornalisti, attivisti anticorruzione e persino avvocati legati al caso della scomparsa dei 43 studenti di Ayotzinapa, nello stato meridionale di Guerrero.