Deputata Usa al consigliere del Pentagono: "Non è un insulto per tutti i morti dell'11 settembre proteggere Al Qaeda ad Idlib?"
La regione siriana di Idlib è diventata un "nido" terroristico. A dichiararlo è il consigliere del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Robert Karem, durante una sessione di audizioni alla Camera dei rappresentanti. Tuttavia, invece di spiegare la posizione di Washington sulla materia, ha deviato la responsabilità accusando la Siria e la Russia.
Karem ha affrontato dure critiche da parte della deputata democratica Tulsi Gabbard, che ha ricordato al consigliere come a Idlib ci siano tra i 20.000 e 30.000 terroristi di Al Qaeda e altri jihadisti che controllano la città, secondo le stime confermate anche da il Pentagono. Tuttavia, nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno lanciato diverse minacce sulle "gravi conseguenze" che avrebbe causato un'operazione militare di liberazione. In particolare, Gabbard ha citato il rappresentante speciale degli Stati Uniti per la Siria, James Jeffrey, che ha affermato che Washington non "tollererebbe un attacco" contro Idlib.
"Dovremmo essere in guerra contro al Qaeda", ha detto Gabbard, che rappresenta il secondo distretto congressuale delle Hawaii. "La mia domanda è: come può essere di interesse per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti agire come difensore di Al Qaeda in Siria, piuttosto piuttosto che cercare la sua sconfitta? ", ha detto la deputata. "Non è un insulto alla popolazione americana e a tutte queste vite perse nell'attacco dell'11 settembre?"
Dopo che Karem ha respinto con forza l'idea di "proteggere Al Qaeda", Gabbard ha incalzato il consigliere: "Come può rifiutarlo se appare evidente che Al Qaeda e gli altri gruppi terroristici attualmente controllano Idlib e il nostro governo minaccia quei paesi che vogliono attaccare i terroristi che controllano Idlib? Come si può vedere il tutto in altro modo?"
Secondo il politologo Eduardo Luque Guerrero, la posizione di Washington è spiegata da due ragioni principali. In primo luogo, "gran parte di questi gruppi terroristici sono stati finanziati direttamente o indirettamente dagli Stati Uniti e dai loro alleati più stretti", sottolinea l'analista. In secondo luogo, gli USA sono il grande "promotore del terrorismo in Siria finalizzato alla frammentazione del paese e al controllo dell'intero Medio Oriente". Guerrero sottolinea che invece di criticare la Russia e la Siria, che "hanno fatto quello che dovevano", gli Stati Uniti dovrebbero "aiutare a sterminare questo flagello".