Escono le foto! Ecco il "simbolo" bielorusso dei diritti umani per l'UE in divisa coi neonazisti

Escono le foto! Ecco il "simbolo" bielorusso dei diritti umani per l'UE in divisa coi neonazisti

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Dal Pd agli "interventisti umanitari" di tutta Europa si urla per difendere il "simbolo dei diritti umani della Bielorussia dal terrorismo di Lukashenko". Sanzioni, congelare tutti gli aiuti alla popolazione dopo il noto caso dell'arresto durante il volo Ryanair partito da Atene e diretto a Vilnius. Saviano ha chiamato addirittura "l'occidente" alle armi.
 
Ma chi è Roman Protasevich? Come AntiDiplomatico vi abbiamo già mostrato i suoi legami con tutta quella galassia di estrema destra bielorussa e neonazista (soprattutto ucraina).
 
Ora escono anche le foto a dimostrarlo chiaramente.
 
Eccolo Roman Protasevich nella divisa militare della formazione militare neonazista del Battaglione Azov. La foto risale al 2015, anniversario dell'occupazione militare di Mariupol in Donbass, proprio da parte del Battaglione Azov.
 
 
 
Andriy Biletsky, ex comandante dei neonazisti del Battaglione Azov, il giorno prima aveva confermato che il dissidente bielorusso avrebbe lavorato per loro come reporter, cosa che renderebbe valide le informazioni riportate dai giornalisti ucraini che in questi giorni hanno cercato di fare luce sul passato di Roman Protasevich. Le foto trovate negli album del Battaglione Azov però smentiscono Biletsky: parlava di Protasevich solamente come di un giornalista e non come di un combattente. Quindi la sua uscita sembrerebbe essere stata solo un espediente per scagionare il dissidente bielorusso.
 
 
 
 
"Per quanto riguarda la situazione in Bielorussia
La cattura dell'aereo Ryanair è pirateria e nient'altro. In questa situazione, Roman Protasevich è un ostaggio, catturato, appunto, dal terrore.
Immediatamente posizionerò tutti i punti su "e". Sì, davvero Roman, insieme all'Azov e ad altre unità militari, ha combattuto contro l'occupazione dell'Ucraina. Era con noi vicino a Shirokin, dove è stato ferito. Ma la sua arma da giornalista non era una mitragliatrice, ma la parola.
Ora sulla situazione in generale. L'intero popolo bielorusso, come i romani, è stato tenuto in ostaggio dal regime di Lukashenko, che si è già chiarito: si sta muovendo apertamente verso l'unificazione con la Russia.
Per noi, questi eventi non riguardano solo il dolore per il popolo dello stato vicino, non le patetiche parole di simpatia, sapendo quanti bielorussi sono venuti in Ucraina per combattere gli occupanti. Si tratta di 1.082 chilometri di confine comune, la cui sicurezza è ora in grande dubbio.
Cosa fare?
Dobbiamo aiutare il popolo bielorusso in tutti i modi a nostra disposizione nella sua lotta per la libertà da Lukashenko e dal suo regime. Concedi immediatamente la cittadinanza a tutti i bielorussi che hanno combattuto per l'Ucraina, sostieni le azioni di resistenza e tutto ciò che sarà necessario.
In futuro, la Bielorussia deve diventare un partner strategico e un potente alleato per l'Ucraina nel confronto con la Russia. Credo che i bielorussi, come noi sul Maidan, saranno in grado di espellere Lukashenko, fare della Bielorussia uno stato indipendente e libero." 
 
 
E' veramente singolare come gli "antifascisti" nostrani riescano sempre a invocare il timore del fascismo laddove non c'è e parteggiare poi, come nel caso di Roman, per quelli autentici. Scriveva Maurizio Vezzosi ieri: "Certa - e documentata - è la partecipazione attiva di Protasevich al Maidan ucraino così come i suoi rapporti con il “servizio d'ordine” di Maidan, gestito da gruppi neofascisti come Svoboda e Pravy Sektor. Secondo le informazioni diffuse da un canale Telegram bielorusso lo scorso anno, Protasevich avrebbe partecipato alle attività militari sul fronte del Donbass ucraino tra le fila del battaglione “Azov” - formazione paramilitare di orientamento neofascista -. Quello che dovrebbe sconcertare è l'intermittenza con cui l'Occidente promulga i valori antifascisti, quasi come se nei paesi dell'Europa orientale la crescita dei movimenti neofascisti fosse un fatto auspicabile e non avesse delle ricadute anche in Occidente."
 
 

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