F-35 vs J-35: il caccia statunitense mostra le sue crepe di fronte al rivale cinese

Un caccia costruito per il profitto contro uno sviluppato per la difesa

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F-35 vs J-35: il caccia statunitense mostra le sue crepe di fronte al rivale cinese

Il Lockheed Martin F-35 Lightning II è stato celebrato come l’emblema dell’egemonia aerea statunitense nel XXI secolo. Tuttavia, dietro il velo della propaganda mainstream si cela una realtà ben diversa: un programma costoso, inefficiente e pieno di compromessi tecnici che ne minano la credibilità operativa. Di fronte all’ascesa del caccia cinese Shenyang J-35, l’F-35 appare sempre più inadatto a reggere il confronto con un avversario moderno, versatile e costruito su criteri meno vincolanti. 

Costi insostenibili per un risultato mediocre 

Un aspetto cruciale del fallimento eclatante dell’F-35 riguarda i costi esorbitanti del velivolo, sia in fase di sviluppo che nell’intero ciclo di vita operativo. Ogni unità costa circa 100 milioni di dollari, ma il costo orario di volo supera i 40.000 dollari, rendendolo uno dei caccia più onerosi mai prodotti. Questo carico economico sta mettendo in ginocchio non solo il Pentagono, ma anche molti Paesi alleati che hanno acquistato il velivolo senza rendersi conto delle spese accessorie legate alla manutenzione, alla logistica e alla modernizzazione continua. 

Al contrario, il caccia J-35 sembra seguire un modello differente. Pur essendo anch’esso un caccia stealth di quinta generazione, il suo sviluppo è guidato da obiettivi strategici nazionali piuttosto che da logiche commerciali. La Cina lo costruisce principalmente per rafforzare le sue forze armate, non per esportarlo o arricchire aziende private. Questo approccio consente una maggiore flessibilità e una visione a lungo termine, senza dover rispondere a pressioni finanziarie trimestrali. 

Compromessi aerodinamici: quando lo stealth diventa un handicap 

L’F-35 è stato progettato prioritariamente per essere “invisibile” ai radar nemici, sacrificando però molte capacità fondamentali per un caccia moderno. Il risultato è un aereo con prestazioni subsoniche nella maggior parte delle missioni, una manovrabilità ridotta e una velocità massima limitata a Mach 1,6. In combattimento ravvicinato, queste caratteristiche lo rendono vulnerabile persino rispetto a jet di generazione precedente. 

Il J-35, invece, sembra perseguire un equilibrio più bilanciato tra furtività e capacità aerodinamiche. Con una velocità stimata di Mach 2,0, ali più angolate e superfici stabilizzatrici ottimizzate per la manovrabilità, il caccia cinese mostra potenzialmente una maggiore versatilità tattica. Mentre l’F-35 cerca di sopravvivere grazie alla sua capacità di evitare il contatto diretto, il J-355 sembra progettato per affrontare il nemico anche a distanza ravvicinata. 

Stealth efficace solo in teatro di guerra poco difeso 

La supposta superiorità stealth dell’F-35 è stata ampiamente mitizzata. Negli ambienti ad alta densità di minaccia – come quelli che si verificherebbero in Asia orientale – il basso profilo radar (RCS) dell’aereo perde gran parte del suo valore. La rete radar cinese, composta da centinaia di stazioni multifrequenza, satelliti e AWACS mobili, è in grado di rilevare anche velivoli furtivi. Inoltre, il comportamento stesso dell’F-35 – che deve volare a velocità subsonica per mantenere la stealthicità – lo espone ulteriormente. 

Il J-35, pur integrando soluzioni stealth moderne, sembra privilegiare una filosofia diversa: combinare velocità, manovrabilità e sensori avanzati  per ottenere una superiorità aerea attiva, piuttosto che passiva. Sebbene la sua firma radar non sia nota con precisione, il design esterno suggerisce un livello di furtività paragonabile, ma con prestazioni operative nettamente superiori. 

Avionica e sensori: notizie buone e cattive 

L’avionica dell’F-35 è uno dei punti forti del programma, grazie al radar AESA AN/APG-81, al sistema DAS (Distributed Aperture System) e all’elettronica di guerra elettronica AN/ASQ-239. Tuttavia, questi sistemi sono ormai datati e non sempre capaci di stare al passo con le nuove minacce. Inoltre, l’architettura software complessa e chiusa dell’F-35 rende difficile aggiornamenti rapidi e interfacce interoperabili con altri asset del campo di battaglia. 

Del J-35 si sa molto meno, ma gli indizi raccolti indicano che monta un radar AESA domestico, un sistema IRST avanzato e una suite EW altrettanto sofisticata. Nonostante la mancanza di dati ufficiali, il fatto che siano stati sviluppati internamente e con obiettivi specifici per il contesto asiatico li rende potenzialmente più efficaci in teatri dove l’F-35 fatica a emergere. 

Capacità belliche: chi porta più fuoco? 

In termini di carico bellico interno, il J-35 presenta un vantaggio significativo. Con sei armi nei boccaporti interni , supera l’F-35 che ne può trasportare solo quattro. Due missili in più possono sembrare pochi, ma tradotti in un plotone di sei J-35, significano 24 missili extra pronti all’uso senza compromettere la capacità stealth. 

Entrambi i caccia possono portare armi esterne, ma ciò annulla ogni vantaggio stealth. E qui entra in gioco un altro fattore: la qualità dei missili. L’AIM-120 AMRAAM e l’AIM-9X Sidewinder sono armi collaudate, ma non necessariamente superiori ai PL-15 e PL-10 cinesi, che vantano autonomia e capacità di inseguimento avanzate. Ancora una volta, l’F-35 paga il prezzo di un compromesso troppo radicale. 

Strategia e dottrina: due scuole di pensiero diverse 

L’F-35 nasce come un caccia universale, progettato per sostituire decine di tipi diversi di velivoli. Ma questa universalità ha un costo: nessun ruolo lo vede eccellere veramente. È un caccia pesantemente focalizzato sulle missioni d’attacco al suolo e sulla ricognizione elettronica, mentre la sua capacità di combattere in duello aereo è discutibile. 

Il J-35, invece, sembra essere parte di una strategia più articolata. Affiancherà il J-20 come caccia polivalente per missioni secondarie, ma potrà operare anche da portaerei avanzate con catapulte elettromagnetiche. Questo lo rende non solo un caccia terrestre, ma anche un elemento chiave della proiezione navale cinese nel Pacifico occidentale. 

Futuro incerto per l’F-35 

L’F-35 rappresenta il culmine di un paradigma tecnologico basato su stealth, sensori avanzati e interoperabilità globale. Ma in un mondo dove le reti radar sono sempre più dense, dove la guerra elettronica è decisiva e dove la capacità di manovra conta quanto l’invisibilità, il caccia statunitense mostra i suoi limiti. 

Di fronte al J-35, un velivolo che unisce furtività a una filosofia operativa dinamica e aggressiva, l’F-35 appare sempre più come un prodotto del passato: costoso, fragile e poco adatto alle esigenze reali del futuro conflitto aereo. Mentre la Cina investe nello sviluppo autonomo e nella crescita della sua industria aeronautica, gli Stati Uniti sembrano sempre più intrappolati in un programma che, anziché rafforzarne la posizione strategica, la indebolisce anno dopo anno. 

Se non verrà ripensato radicalmente, l’F-35 rischia di diventare il simbolo di un declino tecnologico e concettuale dell’aviazione statunitense, davanti a un rivale silenzioso ma sempre più temibile. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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