"Figlio di puttana": un video mostra le truppe israeliane che esultano dopo aver sparato a un palestinese disarmato

"Figlio di puttana": un video mostra le truppe israeliane che esultano dopo aver sparato a un palestinese disarmato

Quando il colpo viene sparato e un palestinese cade, un soldato ride e dice: "Wow, che video! Sì!"

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teleSUR
 

Un video mostra soldati delle forze di occupazione israeliana che sparano a un palestinese disarmato all'interno di Gaza, vicino alla barriera del confine, e in seguito esultare. 

 

Quando il colpo viene sparato e un palestinese cade, un soldato ride e dice: "Wow, che video! Sì!" Nel video si può anche ascoltare il soldato mentre celebra lo sparo definendo il video una "clip leggendaria", insulta il palestinese caduto e lo chiama "figlio di puttana ".

 

Il video, emerge dopo che 31 palestinesi sono stati uccisi a Gaza da proiettili sparati da cecchini di Israele, ed ha ottenuto la condanna internazionale. Secondo il ministero della Salute di Gaza, oltre 1.000 palestinesi che partecipano alla Grande Marcia del Ritorno sono stati feriti da proiettili.

 

In una dichiarazione ufficiale l'esercito di occupazione israeliano ha annunciato che l'azione si è svolta il 22 dicembre 2017 ed è avvenuta nel contesto di una "risposta a una rivolta violenta", accusando l'uomo che stava vicino alla recinzione di confine in nessun apparente atto di violenza di essere sospettato di organizzare atti violenti.

 

Inoltre, la dichiarazione afferma che il soldato che ha filmato il video è stato indagato per "riprese non autorizzate di un evento operativo e distribuzione del materiale filmato". Non è stata annunciata alcuna indagine sull'azione di sparare a un uomo disarmato mentre protestava.

 

Nel frattempo i soldati nel video sono stati difesi e lodati dai funzionari israeliani. Il ministro dell'Istruzione Naftali Bennett, capo dell'ultra conservatore Jewish Home Party, ha invitato gli israeliani a non criticare i soldati sostenendo che "proteggono le nostre vite, difendiamoli. Non abbandoniamo i soldati".

 

L'organizzazione israeliana per i diritti umani B'tselem ha rilasciato una dichiarazione poco dopo la pubblicazione del video che recitava: "Incidenti come quello del video pubblicato oggi si sono verificati centinaia di volte nelle ultime settimane nella Striscia di Gaza, causando morti e feriti - con il pieno supporto di responsabili politici e alti funzionari militari". L'organizzazione ha anche evidenziato il "comando illegale" che ordina ai soldati di sparare a persone che non rappresentano una minaccia imminente alla vita.

 

Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha ripetutamente ricordato a Israele che l'imminente minaccia alla vita o alle lesioni è l'unica giustificazione per l'uso della forza letale da parte delle forze di sicurezza.

 

Tuttavia, policymakers israeliani continuano a difendere le azioni che violano il diritto internazionale umanitario e la Quarta Convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili.

 

Il ministro della Pubblica sicurezza Gilan Erdan ha detto che i critici del comportamento dei soldati sono "pazzi", sostenendo che erano "sotto stress". Nelle dichiarazioni precedenti, il ministro della Difesa Avigdor Lieberman ha affermato che "non ci sono persone innocenti a Gaza", giustificando l'uso indiscriminato di forza letale contro palestinesi disarmati.

 

Jamal Zahalka della Joint List, un'alleanza politica di quattro partiti dominati dagli arabi in Israele, ha detto che il video "indica la regola: i cecchini israeliani hanno ucciso manifestanti palestinesi disarmati a sangue freddo che stavano partecipando a una protesta non violenta". Secondo Zahalka, il pubblico che difende ed elogia le azioni mostrate nel video promuove questo comportamento.

 

Breaking the Silence, un gruppo di ex membri dell'esercito di occupazione che denunciano ed denunciano gli abusi commessi contro i palestinesi, concorda con la dichiarazione di Zahalka. Hanno confutato la dichiarazione dell'esercito affermando che il video è di alcuni mesi fa, sottolineando "Non è da diversi mesi; è stato così per 51 anni" da quando Israele ha acquisito il controllo della Cisgiordania e di Gaza, nel 1967.

 

La Marcia del ritorno è programmata per durare fino al 15 maggio, data in cui i palestinesi commemorano i 70 anni della Nakba, quando oltre 700.000 palestinesi furono espulsi o fuggirono dalle città e villaggi per salvaguardare le loro vite dopo la fondazione dello Stato di Israele. Si prevede che gli Stati Uniti trasferiscano la propria ambasciata da Tel Aviv alla città occupata di Gerusalemme il 15 maggio.

 

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

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