Gaza. Boram Azmi Yunus, 32 anni, si è dato fuoco. Il gesto estremo censurato dal regime mediatico
Succedeva a Gaza, venerdì...
Boram Azmi Yunus, 32 anni, di Khan Younis, sud di Gaza Strip, si è dato fuoco, preferendo la morte alle condizione inumane in cui lui, come quasi tutti gli abitanti della Striscia, 1.900.000 circa, sono costretti a vivere. Il mondo tace, le organizzazioni internazionali, come ONU e CRI, tacciono. Le denunce delle ONG non hanno efficacia perché sempre troppo equidistanti ed i media mainstream non ci consentiranno mai di leggere notizie del genere.
Il tasso di disoccupazione di Gaza è il più alto del mondo, secondo un rapporto della Banca mondiale, che lo colloca al 43%. Cifra che si eleva addirittura al 60% tra i giovani. Le cause vanno ricercate nell'embargo israeliano, che dura dal giugno 2007, ed in quello egiziano, in vigore dal colpo di stato del 2013, che ha visto la destituzione di Morsi e la presa di potere del generale al Sisi. A ciò va aggiunta l'aggressione dell'estate 2014, che ha definitivamente "strangolato" la già precaria economia della Striscia.