Gaza, Siria e Iran condannano la "mattanza a sangue freddo" di Israele contro i palestinesi
Le cancellerie di Iran e Siria hanno condannato duramente definendo "mattanza a sangue freddo" l'uccisione di 55 palestinesi e il ferimento di altri 2771 durante le proteste a Gaza contro il trasferimento dell'ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme.
Attraverso il suo account Twitter, Javad Zarif, ministro degli esteri iraniano ha deplorato la brutalità delle forze israeliane contro le migliaia di palestinesi che sono tornati a manifestare "nella più grande prigione a cielo aperto del mondo", in riferimento alla Striscia di Gaza, che dal 2007 è stato sottoposto a un ferreo blocco da parte del regime di Tel Aviv.
"Il regime israeliano massacra molti palestinesi a sangue freddo mentre protestano nella più grande prigione a cielo aperto del mondo. Nel frattempo, Trump celebra la mossa dell'ambasciata illegale americana, ed i suoi collaboratori arabi cercano di distogliere l'attenzione. Una giornata di grande vergogna", ha twittato il ministro degli Esteri iraniano.
Israeli regime massacres countless Palestinians in cold blood as they protest in world's largest open air prison. Meanwhile, Trump celebrates move of U.S. illegal embassy and his Arab collaborators move to divert attention. A day of great shame.
— Javad Zarif (@JZarif) 14 maggio 2018
Da parte sua, in un comunicato, la diplomazia siriana condanna con i termini più severi il selvaggio massacro commesso dalle autorità israeliane di occupazione contro i civili palestinesi.
La fonte del ministeri degli esteri siriano ha affermato che la Siria assicura che la battaglia del popolo palestinese contro "Israele" è la battaglia della Siria, perché "Israele" che uccide il popolo palestinese è lo stesso che sostiene i gruppi terroristici armati che stanno uccidendo il popolo siriano.
Infine si ribadisce che la Siria sostiene e sosterrà la causa del popolo palestinese e si schiera con sua nella lotta per ottenere i suoi diritti legittimi, compreso il loro diritto al ritorno, l'autodeterminazione e l'istituzione del loro stato indipendente, con Gerusalemme capitale.