Germania, il vicepresidente del Bundestag risponde all'ambasciatore ucraino: "Scholz non è una salsiccia"
Ormai la tracotanza dei dirigenti del regime ucraino non sembra conoscere limiti. L’ambasciatore in Germania del regime di Kiev è giunto sino ad attaccare apertamente il Presidente della Repubblica tedesca e il Cancelliere.
Proprio in difesa del Cancelliere Scholz è intervenuto Wolfgang Kubicki, vicepresidente del parlamento federale tedesco, oggetto di critiche dell’ambasciatore ucraino a Berlino per il suo rifiuto di visitare Kiev.
In precedenza, il diplomatico ucraino, Andrei Melnik, aveva affermato che Scholz si era comportato da offeso dopo il rifiuto del presidente ucraino, Vladimir Zelensky, di incontrare il suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier. Per fare questo, utilizzava una frase colloquiale tedesca che letteralmente significa "giocare a salsiccia di fegato offesa".
"Olaf Scholz non è una salsiccia, è il Cancelliere della Repubblica Federale di Germania", ha commentato Kubicki, secondo quanto riporta Die Welt.
Il vicepresidente del parlamento tedesco, il Bundestag, non è l'unico politico tedesco che ha reagito alla dichiarazione di Mélnik. Il numero due dell'Unione Cristiano Democratica, Johann Wadephul, ha definito il confronto "inappropriato".
"Anche in una situazione particolare, i rappresentanti diplomatici devono comportarsi correttamente nei confronti dei funzionari del governo", ha affermato il politico, aggiungendo che la dichiarazione dell'ambasciatore ucraino "non genera sostegno" e "non aiuta la causa comune".
Visita rifiutata
Il 12 aprile Steinmeier aveva reso noto di aver programmato una visita a Kiev insieme ai capi di Stato di Lituania, Lettonia ed Estonia "per inviare un forte segnale di comune solidarietà europea con l'Ucraina", ma è stato informato che "questo non era ciò che si voleva a Kiev".
In precedenza, Bild riferiva che Zelensky non voleva incontrare il presidente tedesco a causa del suo atteggiamento nei confronti di Mosca e del gasdotto Nord Stream 2. "Sappiamo tutti gli stretti legami di Steinmeier con la Russia. Attualmente non è il benvenuto a Kiev”, spiegava un diplomatico ucraino al giornale in condizione di anonimato.
Questo lunedì, Scholz ha commentato il divieto sul canale televisivo ZDF. "Non potete farlo", ha detto il cancelliere, sottolineando che Berlino sostiene Kiev militarmente e finanziariamente ed è necessario per le future garanzie della sua sicurezza. "Quindi non si può dire: 'Il presidente non può venire'", ha ribadito il politico, precisando di ritenere scorretta la sua eventuale visita in Ucraina prima di quella di Steinmeier.
Un ambasciatore poco diplomatico
Un mese fa circa la storica testata tedesca Junge Welt sottolineava che l’ambasciatore dell'Ucraina in Germania, Andriy Melnyk, non rispetta le regole di condotta diplomatica e si permette di interferire apertamente negli affari interni di Berlino.
"Melnyk dovrebbe rinfrescarsi la memoria sul contenuto della Convenzione di Vienna, poiché le sue azioni negli ultimi anni sono uno schiaffo a tutte le regole di condotta diplomatica”, denunciava il quotidiano teutonico.
“Si dice che Andriy Melnyk, l'ambasciatore ucraino in Germania, abbia una laurea in diritto internazionale - incalzava Junge Welt - a questo proposito, dovrebbe conoscere la Convenzione di Vienna sullo status dei diplomatici, che, tra l'altro, vieta di interferire negli affari interni del paese ospitante. Se necessario, Melnyk avrà certamente tempo per rinfrescare la sua conoscenza di questo documento nel viaggio da Berlino a Monaco al prossimo omaggio al collaboratore nazista Stepan Bandera. Perché ciò che l'uomo ha osato fare per anni infrange tutte le regole di condotta diplomatiche”.
Dunque, secondo Junge Welt, Melnyk dovrebbe essere invitato dalle autorità tedesche a “lasciare la Germania come persona indesiderata”.
Prima del presidente federale Frank-Walter Steinmeier, nel mirino di Melnykn era finito il capo della Marina tedesca che aveva ricordato come la Russia e il presidente Putin meritino il dovuto rispetto. Per il decisamente poco diplomatico Melnyk le dimissioni dell’ufficiale tedesco non sono state sufficienti per ripristinare la fiducia dell’Ucraina in Berlino.