Gilet gialli: il governo francese sospende l'aumento della benzina per sei mesi. Melenchon rilancia: «È una rivoluzione»
Le dure proteste che hanno visto protagonisti i cosiddetti gilet gialli in quel di Parigi hanno prodotto un primo risultato: il primo ministro francese Edouard Philippe ha annunciato una sospensione di sei mesi del rialzo dell'imposta sui carburanti e il metano che ha scatenato forti disordini in tutto il paese, affermando che la misura mira a fermare la violenza e a ripristinare l'ordine pubblico.
Per calmare le proteste dei gilet gialli dunque il governo sospenderà l'aumento delle tasse sui carburanti per sei mesi. In un discorso televisivo tenuto nella giornata di ieri, Edouard Philippe, ha comunque sottolineato che «la violenza deve cessare».
Il primo ministro ha inoltre dichiarato che le proteste rappresentano «la rabbia della Francia che lavora sodo e lotta per sbarcare il lunario». Proprio quella parte di popolazione che maggiormente subisce il peso delle misure neoliberiste che in Francia così come nel resto d’Europa, Italia in primis, hanno il solo effetto di mandare l’economia in recessione e impoverire le masse.
Edouard Philippe dice inoltre che governo e gilet gialli, in realtà, lavorano per gli stessi obiettivi: «I francesi che indossano i gilet gialli vogliono che le tasse calino,e lavorare per poter pagare. Questo è quello che vogliamo anche noi».
Attraverso una serie di tweet, inoltre, Philippe, assicura che - almeno per questo inverno - i prezzi del gas e dell'elettricità non subiranno rincari. «Le nostre tasse sono le più alte in Europa, il nostro sistema fiscale è terribilmente complesso», ha aggiunto.
I gilet gialli hanno conseguito una parziale vittoria, ma c’è chi non si accontenta e rilancia. Come il leader della sinistra francese Jean-Luc Melenchon che in un breve scritto apparso sul suo blog attacca il presidente Macron: «Il presidente dei ricchi protegge i privilegi dei suoi mentori».
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Il leader della France Insoumise afferma inoltre: «Macron si sbaglia se pensa che un tale movimento profondo e ampio possa essere fermato da questi artifici. È una rivoluzione cittadina che è iniziata. Si deve tornare alle urne».