Hezbollah: USA e Arabia Saudita i responsabili della crisi in Medio Oriente
Il leader di Hezbollah, Seyed Hassan Nasrallah afferma che la crisi in Medio Oriente è il risultato delle cospirazioni degli Stati Uniti e dell'Arabia Saudita.
"L'attuale crisi in Medio Oriente è il risultato dei piani statunitensi e dell'Arabia Saudita", ha dichiarato, ieri, il leader del Movimento di Resistenza Islamico in Libano (Hezbollah), Seyed Hassan Nasrallah, in un discorso televisivo, nel quale ha definito 'marionette' coloro che agiscono per conto degli interessi di Washington e Riad.
Tuttavia, il leader libanese ha sottolineato che la formazione del nuovo governo iracheno ha inflitto "una sconfitta politica" a Washington e Riad. "Non c'è stato nessun accordo tra Iran e Stati Uniti in Iraq. La volontà della nazione irachena ha sconfitto i piani degli Stati Uniti ", ha sottolineato Nasrallah.
Sulla vicenda del giornalista saudita Jamal Khashoggi, il leader di Hezbollah, ha evidenziato che il suo rapimento, la tortura, smembramento e l'uccisione da parte di agenti sauditi è quasi provata.
Il caso Jashoggi, ha spiegato Nasrallah, ha causato un danno di immagine alla monarchia di Al Saud senza precedenti a livello internazionale, lasciando le autorità saudite "in una situazione difficile".
Dopo la misteriosa scomparsa di Khashoggi, ha osservato il leader di Hezbollah, Riad ha anche perso l'appoggio internazionale e regionale nella guerra condotta contro lo Yemen iniziata il 26 Marzo 2015.
Rivolgendosi alle autorità saudite, Nasrallah li ha incoraggiati ad approfittare della situazione per "prendere una posizione coraggiosa" e dichiarare un cessate il fuoco su tutti i fronti nello Yemen, in modo che gli yemeniti stessi possano trovare la strada per una soluzione politica e la riconciliazione nazionale.
Infine, ha sottolineato che "l'Arabia Saudita deve trovare un modo per porre fine alla guerra contro lo Yemen," dal momento che "il mondo non può più tollerare questa situazione", che ha provocato, in 1300 giorni, 15 000 morti e quasi 24.000 feriti.