Hong Kong: la governatrice Lam smentisce le dimissioni. Altro schiaffo per i media occidentali
La governatrice di Hong Kong Carrie Lam Cheng Yuet-ngor ha dichiarato in una conferenza stampa che "non ha mai presentato le dimissioni al governo centrale" e che è fiduciosa nel condurre la sua squadra per "aiutare Hong Kong a uscire da questo dilemma”. Le parole di Lam rispondono ancora una volta alle voci diffuse dai media occidentali e mostrano la sua determinazione a continuare a servire la Regione amministrativa speciale di Hong Kong (HKSAR).
Venerdì l’agenzia Reuters ha pubblicato un cosiddetto articolo esclusivo, dove affermava che Lam avrebbe presentato un rapporto a Pechino, consigliando al governo centrale cinese di soddisfare le richieste dei manifestanti di Hong Kong.
Dopo che la voce è stata confutata, Reuters nella giornata di domenica ha reso pubblica una presunta registrazione audio della conversazione privata di Lam con un gruppo di uomini d'affari in città, tentando di nascondere la verità che la sua storia precedente era falsa. Lam ha affermato: "Una conversazione da una festa privata è stata resa pubblica. Penso che sia molto inappropriato”.
Reuters e altri media occidentali sono rimasti invischiati in “fake news”, sostenendo che le dimissioni di Lam sono state respinte, circostanza che oltrepassa il confine dell'etica giornalistica professionale.
Invece di riferire obiettivamente i fatti, pre-impostano la loro posizione prima con fake news, rendendo reale unoo stato di cose inesistente.
Dopo che Lam ha chiarito le cose durante la conferenza stampa, un giornalista occidentale ha continuato a chiederle: "Perché la Cina non la lascia dimettere?” La risposta di Lam: "Non ho mai rassegnato le dimissioni al governo del popolo centrale, quindi la sua domanda non si pone”.
Alcuni media occidentali pretendono di tramutare in realtà la finzione. Le loro notizie sulle "dimissioni di Lam" stanno diventando sempre più assurde, ma i loro giornalisti si comportano come se sostenessero la verità. Si sono discostati da giornalismo oggettivo e standard professionali per troppo tempo e sono insensibili alla propria spudoratezza.
Rilevanti media occidentali come Reuters sono diventati parte dell'intervento occidentale a guida statunitense nella situazione di Hong Kong.
Hanno accumulato una crescente pressione sul governo dell'HKSAR e sulla governatrice per insinuare un cuneo tra il governo dell'HKSAR e Pechino. Invece di essere osservatori e giornalisti neutrali, hanno influenzato la situazione di Hong Kong.
Alcuni operatori dei media occidentali sono estremamente ansiosi di vedere le dimissioni di Lam. Sperano che un simile cambiamento possa avere un impatto sul principio "un paese, due sistemi" e creare più caos. Prendiamo i media britannici, Reuters inclusa. Il loro paese sta attraversando una crisi politica, con i primi ministri che si dimettono spesso. Pertanto, si sentono a disagio quando vedono un governo calmo come quello di Lam a Nong Kong con il sostegno del governo centrale cinese di fronte a continui disordini e caos.
La situazione a Hong Kong rispecchia il modo in cui i media occidentali agiscono in diretta violazione dei loro principi autoproclamati di verità, obiettività e neutralità. I media occidentali mainstream hanno ripetutamente usato le loro cosiddette relazioni obiettive per penetrare nella società cinese e in altri paesi in via di sviluppo. Stanno spingendo l'agenda violenta ed emettono giudizi di valore, che sono più favorevoli a massimizzare gli interessi occidentali.
Washington è entusiasta di fare di Hong Kong una nuova leva per esercitare una pressione strategica sulla Cina. Molti professionisti dei media occidentali lo capiscono. Capiscono anche che il caos di Hong Kong non soddisfa i bisogni della maggioranza della città. Ma invece di rivelare queste verità, usano la loro influenza per aggiungere carburante al sentimento già irrazionale.
I media occidentali sono una forza che impedisce a Hong Kong di tornare alla stabilità. Stanno erodendo gli interessi del popolo di Hong Kong.
(Traduzione de l’AntiDiplomatico)