I curdi favorevoli alla creazione di una no-fly-zone, promossa dagli USA, nel nord della Siria
Una rappresentante curda ha accolto favorevolmente l'idea della creazione di una no-fly-zone nel nord della Siria, promossa dagli USA, operativa come quella in Iraq negli anni '90.
Jihan Sheikh Ahmed, co-responsabile kurdo dell'Ufficio della Difesa nell'amministrazione autonoma del nord e dell'est della Siria, ha riferito a Kurdistan 24, ieri, che accetterebbe una no-fly zone sulla Siria settentrionale perché impedirebbe qualsiasi tipo di attacco aereo da parte dell'esercito turco.
"Lo apprezzeremmo molto. Lo saremmo ancora di più se potesse includere anche Afrin ", ha aggiunto.
In riferimento ad Afrin, Ahmed ha criticato l'operazione turca e la sua violazione del diritto internazionale.
"La Turchia non ha ragioni legittime per attaccare Afrin", ha affermato Ahmed, spiegando che "nel diritto internazionale, questo non è permesso".
I commenti di Ahmed arrivano solo 48 ore dopo che l'inviato Usa in Siria, James Jeffrey, ha comunicato ai giornalisti che Washington sta cercando di implementare una zona no-fly sulla Siria settentrionale che assomiglierebbe a quella che avevano messo in piedi in Iraq negli anni '90.
"Ricordo che, siamo stati presenti non nel nord dell'Iraq ma nel nord dell'Iraq nell'operazione 'Northern Watch' per 13 anni. Questa può essere una forza ONU. Sotto la 2254(risoluzione ONU, NDT), c'è un dialogo su un cessate il fuoco gestito dall'ONU. Possono essere forze alleate. Possono essere le forze di altri paesi", ha precisato il diplomatico statunitense presentando la proposta.