Il ministro della Difesa ucraino vuole attaccare Crimea e Donbass con armi occidentali
Il copioso e incessante invio di armi al regime di Kiev serve davvero a raggiungere la pace in Ucraina? A quanto pare sembra proprio di no. A confermarlo sono gli stessi dirigenti del regime di Kiev, i quali non nascondono, non solo di voler raggiungere un accordo di pace con Mosca, ma arrivare allo scontro totale. Perché la Russia non potrebbe mai accettare un attacco alla Crimea, da tempo ritornata alla Russia e quindi a tutti gli effetti territorio della Federazione Russa.
In un'intervista alla CNN, il ministro della Difesa Alexei Reznikov ha affermato che l'assistenza militare consentirebbe all'Ucraina di recuperare i territori occupati dalla Federazione Russa, inclusi Crimea e Donbass.
“La Crimea è un obiettivo strategico per l'Ucraina perché è territorio ucraino. Ma ci muoveremo passo dopo passo", ha detto il ministro.
Ha spiegato che il primo passo sarebbe stabilizzare la situazione sul terreno per evitare ulteriori perdite. La seconda fase consiste nel respingere le truppe russe in posizione prima del 24 febbraio. E solo nella terza fase ci saranno discussioni sulla liberazione di altri territori, compresa la Crimea.
Insomma, appare chiaro che il continuo flusso di armi occidentali serve a tutt'altro che a raggiungere la pace come ripetono ossessivamente i governanti e i media mainstream occidentali.