Il premier spagnolo socialista Sanchez indirebbe un secondo referendum sulla Brexit

Il premier spagnolo socialista Sanchez indirebbe un secondo referendum sulla Brexit

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Il presidentre del governo spagnolo, il socialista Pedro Sanchez, in un'intervista rilasciata a Politico si dice preoccupato dalla Brexit. Pertanto il socialista invita la premier britannica Theresa May a indire un nuovo referendum. Incurante del fatto che i cittadini del Regno Unito hanno già espresso chiaramente la volontà di lasciare l'Unione Europea. Sanchez invece esprime preoccuppazione per un presunto "egocentrismo" di Londra.

Nel corso dell'intervista il premier spagnolo ha rimarcato che la Gran Bretagna è un "paese meraviglioso" che ha avuto un'influenza positiva sull'Unione Europea, e dunque non dovrebbe abbandonarla. 

"Se io fossi Theresa May indirei un secondo referendum. Senza dubbio". La Brexit, ha proseguito, è "una grande perdita per entrambi". 
Per poi concludere sull'argomento: "Mi auguro che possa essere riconsiderata in futuro".

Di parere opposto sulla vicenda Brexit è Jeremy Corbyn, segretario del Partito Laburista e possibile nuovo primo ministro secondo i sondaggi che lo segnalano in forte ascesa. Per Corbyn i cittadini britannici si sono espressi e la loro volontà dev'essere rispettata. 

Inoltre, il programma laburista che prevede nazionalizzazioni e un forte ritorno dello Stato come attore protagonista della vita economica del paese, non sarebbe accettato dai falchi liberisti che sono in quel di Bruxelles e con le loro ottuse politiche economiche hanno portato l'intero continente al declino. 

L'uscita del Regno Unito ha portato solo benefici per l'economia di Londra. Nonostante le cassandre che in Italia tifano spread e Troika avessero previsto una catastrofe. 

Una crescita che ha portato benefici anche ai lavoratori. In un recente articolo comparso sulle pagine di uno dei principali quotidiani italiani, l'editorialista segnalava come i salari siano aumentati a causa della disoccupazione ridotta al minimo. Le aziende hanno difficoltà ha reperire manodopera e si vedono costrette ad alzare i salari offerti.

Il quotidiano lamentava la perdita di profitto per le aziende. Ma un premier che si definisce socialista perché non dovrebbe giudicare come positiva e auspicabile una situazione del genere dove la classe operaia finalmente recupera potere d'acquisto e di contrattazione? (Fabrizio Verde)

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