Il segreto di Pulcinella: Renzi è ancora il padrone del PD

Il segreto di Pulcinella: Renzi è ancora il padrone del PD

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La variabile renziana del PD ha vinto il round.

L'apertura di Zingaretti al nuovo corso contiano del movimento 5 stelle (che ha registrato movimento 2050 e si separa da Rousseau), dall'ingresso nella giunta regionale di Roberta Lombardi alla coalizione Ulivo2 per le prossime elezioni nazionali, si è scontrata con il muro di chi, nel PD, non ha la minima intenzione di farsi "svuotare" dall'alleanza con il Movimento 5 Stelle contiano draghista.

Il centrosinistra moderato e liberale è già saturo e non ha certamente gradito i sondaggi che danno il nuovo partito di Conte al 22% nelle intenzioni di voto pescando dall'elettorato PD.

Renzi, fondando Italia Viva, ha strategicamente lasciato dentro il PD i suoi fedelissimi e questi hanno un peso fondamentale.

Zingaretti si vergogna di un PD che pensa solo alle poltrone, scrive su facebook il segretario dimissionario.

Come se il PD non avesse mai partecipato alla divisione delle poltrone.....

Quindi c'è altro, è la resa, da vittima e capro espiatorio, rispetto ad una grave scissione interna che vede l'area di Zingaretti perdente.

Scrive Zingaretti su facebook:

"Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni. 

Sono stato eletto proprio due anni fa. Abbiamo salvato il Pd e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Dovremmo discutere di come sostenere il Governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere. 

 

Non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. 

 

Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd. 

 

Visto che il bersaglio sono io, per amore dell'Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili. 

 

Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie. 

 

Ciao a tutte e tutti, a presto. Nicola"

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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