Il 'socialista' Sanchez indossa l'elmetto NATO: la Spagna pronta a spendere il 2% del PIL per la difesa come richiesto da Trump

Il 'socialista' Sanchez indossa l'elmetto NATO: la Spagna pronta a spendere il 2% del PIL per la difesa come richiesto da Trump

Pedro Sanchez ha confermato che si farà carico del piano preparato dal suo predecessore Mariano Rajoy e inviato segretamente a Bruxelles

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di Fabrizio Verde
 

La nuova stella del progressismo europeo, lo spagnolo Pedro Sanchez, si è già offuscata. Il premier socialista elogiato a reti unificate per l’umanità mostrata nel caso della nave 'aquarius' a cui l’Italia aveva rifiutato l’approdo nei propri porti. Lo stesso premier già ampiamente incensato perché aveva composto un governo a trazione femminile, non è però riuscito a resistere al richiamo ‘militarista’ di Donald Trump.

 

«Gli alleati europei devono aumentare le spese militari», ha tuonato questa mattina il presidente statunitense in occasione del vertice NATO a Bruxelles. Il socialista Sanchez ha subito risposto in maniera affermativa ponendosi sull’attenti. 

 

Come riferisce il quotidiano iberico ‘El Pais’, la Spagna aumenterà le proprie spese militari portandole al 2% del PIL, come già concordato in ambito NATO e richiesto dal presidente Trump. Una richiesta, condita da esplicite minacce, che ha segnato il vertice in corso. 

 

Pedro Sanchez ha confermato che si farà carico dell’impegno assunto dal suo predecessore Mariano Rajoy in occasione del summit tenutosi in Galles nel 2014. L’obiettivo della Spagna è quello di raggiungere il 2% del PIL entro un decennio - adesso la spesa è ferma allo 0,93% come il Belgio - inoltre il governo socialista si impegna a portare avanti anche la ‘road map’ disegnata dall’ex ministro della Difesa María Dolores de Cospedal, concordata con il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg. Con una variante: il paino dei popolari prevedeva di giungere l'obiettivo dell'1,53% entro il 2024. Il nuovo presidente spagnolo vuole raggiungere il 2%. 

 

Secondo il socialista spagnolo, già idolo di certa sinistra rosé, il piano di Cospedal è «ragionevole, possibile, realistico e in linea con i bisogni e le capacità economiche» della Spagna. Tradotto in cifre significa un aumento del 60% rispetto all'attuale spesa militare spagnola (18.470 milioni di euro rispetto agli 11.500 previsti per quest'anno). Per attuare un piano che il governo guidato dal Partito Popolare non aveva sottoposto al Parlamento, ma bensì inviato segretamente a Bruxelles. 

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