In milioni in viaggio per la "Golden Week". Con la domanda interna la Cina trionfa su un occidente morente
Oggi Xi Jinping istruirà i funzionari sulla nuova politica cinese della sanità
di Pasquale Cicalese
Nel mentre in Occidente si assiste al collasso economico, in Cina avvengono, dopo decenni, profonde trasformazioni.
Il 10 settembre scorso il Consiglio di Stato ha diramato direttive volte ad uno sviluppo futuro della "doppia circolazione", esterna, ma soprattutto interna con politiche finalizzate a rimuovere "colli di bottiglia" che frenano il consumo interno.
Il 1° Ottobre, Festa di proclamazione della Repubblica Popolare Cinese, è iniziata la famosa "Golden Week", la settimana delle vacanze dei cinesi.
Quest'anno interesserà circa 600 milioni di cinesi, anche nella aree colpite questo inverno dal Covid.
Secondo diverse stime, nelle due settimane precedenti i pasti prenotati online sono aumentati del 40% rispetto allo scorso anno, mentre le prenotazioni on line di viaggi, che saranno all'interno della Cina, sono aumentati del 37%.
Secondo il National Bureau of Statistics, l'Istat cinese, ad agosto i consumi sono aumentati su anno dello 0,5%, prima volta dal Covid e si prevede un forte aumento a settembre.
Gli economisti cinesi, secondo People's Daily, prevedono un forte rimbalzo del pil nel terzo trimestre, trascinato da una forte domanda interna. La Banca Mondiale ha alzato l'asticella della crescita di questo Paese dall'1 al 2% nel 2020, mentre per il 2021 prevede un boom, +7.9%.
Oggi Xi Jinping istruirà i funzionari sulla nuova politica cinese della sanità, con una riforma che si prevede universale e mista pubblico-assicurativa.
Dal 2008 la reflazione salariale cinese ha condotto ad un fortissimo peso della domanda interna: l'incidenza dell'export sul Pil è minima, 17.4%, come ha scritto lo scorso mese lo stesso Prodi su Il Messaggero. Questo livello si abbasserà ancor di più per non dipendere dalla domanda estera. Chi pensa, e scrive, che la Cina si sostiene grazie all'export dice baggianate.
L'aumento salariale (a Shanghai un operaio guadagna mediamente 900 euro mentre un'impiegata specializzata può arrivare anche a 2500 euro), differenziato per province (ma bisogna tener conto del diverso costo della vita), i tagli fiscali per i redditi medio bassi, fortissimi, decisi due anni fa, la politica di alloggi popolari e altri servizi a favore della popolazione cinese, portano a considerare che ormai i livelli di Welfare raggiunti dalla Cina sono significativi e lo saranno ancor di più nel futuro.
La Cina ha puntato, dopo la crisi mondiale del 2008, non ancora conclusa, sul salario sociale di classe come meccanismo di accumulazione e come strumento per non dipendere dall'estero. E ha vinto.
L'Occidente lo ha smantellato a favore di regalie fiscali e monetarie alla finanza e all'industria (politica dell'offerta, di cui sono portatori tutti gli schieramenti politici dell'attuale Parlamento italiano ed europeo) ed è agonizzante. Per Xi Jinping è fondamentale il nesso offerta-domanda. Per l'Occidente solo l'offerta. Puntare sul salario sociale di classe è un modo per uscire dalla crisi devastante e dalla miseria in cui ci hanno condotto le classi dominanti, e i loro giornalisti intellettuali, occidentali.
FOTO PRESE DALLA BBC