Israele ammette di aver effettuato più di 200 attacchi in Siria contro 'obiettivi iraniani'
L'esercito israeliano ha ammesso che negli ultimi 18 mesi ha effettuato più di 200 attacchi in Siria, sostenendo di aver distrutto centinaia di presunti obiettivi iraniani, secondo quanto riportato dai media locali.
Accusando Teheran di costanti tentativi di ottenere un punto d'appoggio in Siria e dia vere potenzialmente schierato decine di migliaia di soldati sul campo, l'esercito israeliano ha dichiarato di aver effettuato attacchi contro almeno 202 "obiettivi iraniani" sul suolo del suo vicino. Complessivamente, 792 bombe e missili sono stati lanciati in Siria dal 2017, ha riferito l'IDF durante un briefing speciale con i corrispondenti militari.
Riassumendo i risultati ottenuti nell'ultimo anno, dopo che il Capo di Stato Maggiore Gadi Eisenkot ha emesso un rapporto "altamente confidenziale" sul livello politico sulla "Competenza e preparazione dell'IDF", l'esercito del regime israeliano ha sottolineato che l'Iran è ancora determinato a contrabbandare armi e stabilire basi aeree e capacità di intelligence in Siria.
L'IDF ha anche osservato che l'alleato dell'Iran, Hezbollah, rimane una minaccia ma che al momento non ha capacità per lanciare attacchi di precisione contro Israele. Inoltre, le forze armate del regime israeliano ritengono che l'Iraq è più importante per l'Iran del Libano,. L'IDF ha anche riferito di essere a conoscenza del fatto che i missili vengono trasferiti dall'Iran all'Iraq e da lì alla Siria.
Raramente Israele riconosce di aver compiuto raid in Siria, ma Damasco ha ripetutamente accusato lo stato ebraico di violare la sua sovranità e di aiutare i terroristi. Martedì scorso, i sistemi di difesa aerea siriani hanno risposto a un attacco contro obiettivi localizzati nelle province di Hama e Latakia. Il raid, israeliano ha provocato almeno un morto e quattro feriti.