Bocciata anche nel Regno Unito. La Thatcher è oggi un modello solo per Salvini e Unione Europea

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Mentre in Italia, ogni riferimento non è affatto casuale, c'è chi cita la Thatcher come modello per rilanciare l'economia, dall'Inghilterra non la pensano proprio così. Conoscono bene cosa sia stata l'onda neo liberista della 'Lady di Ferro'. 



In un articolo molto interessante su RT, la sociologa britannica Lisa McKenzie boccia senza mezzi termini il piano di Boris Johnson definito "Build Build Build" che "non aiuterà la classe operaia britannica a sopravvivere all'imminente Armageddon finanziario". Dopo aver citato e commentato i dati drammatici della Banca d'Inghilterra -  secondo cui la diseguaglianza subirà un ulteriore aggravio e le condizioni di vita dei lavoratori peggioreranno ulteriormente - l'accademica che si è politicizzata attraverso lo sciopero dei minatori del 1984 afferma come sia "necessario un rivoluzionario New Deal per aiutare a correggere i torti di 40 anni di politiche fallimentari."

40 anni di torti. Da quelle politiche fallimentari e criminali introdotte dalla Tahtcher nel Regno Unito, da Raegan negli Stati Uniti e che si sono purtroppo imposti a tal punto che sono il faro del fondamentalismo europeista causa di distruzione di diritti sociali e Costituzioni anche in  Italia. Questo è il riferimento culturale e economico di Salvini. 

I dati della Banca d'Inghilterra sui licenziamenti, prosegue la McKenzie, ricordano quelli degli anni '80, quando milioni di operai persero il lavoro causando danni per 2 generazioni. Eh si perché riallocarsi dai cinquanta anni in su non è semplice in un sistema neo-liberale. "Negli ultimi 40 anni, le persone della classe operaia hanno visto il loro lavoro, le loro comunità e il loro stile di vita distrutti dalla disoccupazione. Hanno visto la feticizzazione delle città come campi da gioco per i ricchi e la spinta dell'idea che la tua possibilità di "successo" si misura attraverso un debito di £ 50.000 pagato per un titolo universitario.", ha proseguito l'accademica descrivendo il modello idealizzato da Salvini. 
   
La classe operaia non ha bisogno della Thatcher o dei piani destinati al fallimento di Johnon ma di un "New Deal" "che non solo riconosce le disuguaglianze ancora maggiori causate da Covid-19 e il disastro economico che sta arrivando, ma anche l'attacco economico, sociale, politico e culturale che hanno subito da oltre 40 anni", prosegue. 
  
Un New Deal che preveda casa, sanità e sistema educativo è il pilastro da cui ripartire. "Solo quando questi punti vengono affrontati la classe operaia britannica può guardare avanti con un senso di ottimismo.", conclude la McKenzie. 

Scrive oggi correttamente su la Fionda Thomas Fazi: "Cosa ancor più paradossale per un sedicente “sovranista”, Salvini difende indirettamente quel modello neoliberista che è incardinato nell’Unione europea e nei suoi famigerati trattati, che hanno dato vita a un quadro normativo e giuridico che “costituzionalizza” le logiche di mercato – piena libertà di movimento dei capitali, delle merci e delle persone; divieto di ogni intervento dei governi in materia economica «che possa pregiudicare il commercio tra Stati membri»; divieto degli aiuti di Stato alle industrie nazionali strategiche; impossibilità, de facto, in tempi “normali”, di perseguire politiche di gestione della domanda e di creazione di occupazione attraverso la spesa pubblica ecc. – e le rende così impermeabili al processo democratico, costringendo lo Stato stesso ad operare secondo una logica “conforme al mercato” e nella fattispecie a dipendere dai mercati finanziari per le sue necessità di finanziamento."

Bocciato anche nel Regno Unito, il modello della Thatcher resta in vita oggi in Salvini e nell'Unione Europea (due facce della stessa medaglia neoliberista).
 

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