La Germania vuole che l'Europa aderisca alla nuova Via della seta della Cina dopo aver criticato l'Italia per aver fatto lo stesso
L'iniziativa cinese “Nuova Via della Seta“ è un progetto importante, a cui gli Stati europei sarebbero contenti di aderire, secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel, la quale ha sottolineato che la cooperazione dovrebbe essere basata sulla reciprocità con Pechino.
"Noi, in quanto europei, vogliamo svolgere un ruolo attivo e questo deve portare a una certa reciprocità e continuiamo a litigare un po' su questo", ha affermato Merkel, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters.
Il commento arriva poco dopo i colloqui con il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il presidente cinese Xi Jinping, che sta realizzando una visita in Francia.
Il presidente cinese è arrivato in Francia dopo la sua visita di tre giorni in Italia. Nella giornata di sabato, Roma e Pechino hanno firmato il memorandum d'intesa sull'adesione italiana alla Nuova Via della Seta della Cina. La mossa non è stata ben accolta dalle nazioni europee, in particolare dalla Francia e dalla Germania. Il presidente francese Emmanuel Macron aveva chiesto un approccio più consolidato nei confronti della Cina tra gli alleati europei, nello stesso momento in cui Parigi stava firmando contratti multimilionari con Pechino.
Risultano quindi quantomeno curiose le affermazioni di Merkel e Macron sulla volontà di fare affari con la Cina aderendo alla Nuova Via della Seta dopo aver criticato aspramente l’Italia, che primo paese del G7 ha deciso di aderire al megaprogetto infrastrutturale per il commercio internazionale lanciato da Pechino
Si prevede che il progetto BRI (secondo il suo acronimo in inglese) fornisca un'efficace connettività e promuova la cooperazione della Cina con più di 152 paesi nel Sud-Est e nell'Asia Centrale, Asia Occidentale, Europa, America Latina e Africa attraverso vari progetti infrastrutturali, sulla falsariga della vecchia Via della Seta.
Il progetto, proposto da Xi nel 2013, promette di aumentare significativamente il commercio globale, dimezzando i costi di negoziazione per i paesi coinvolti. La Cina ha pesantemente investito nell'ambiziosa impresa con 900 miliardi di dollari che sono stati spesi in progetti nei paesi partner.